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 RUSSIA - RUSSIA - Eroina, zar antidroga (ri)lancia la guerra alla droga
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30 giugno 2010 18:18
 
La Russia leader mondiale per il consumo di eroina dichiara guerra al narcotraffico e inizia a farlo dal cortile di casa. La prima mossa per combattere efficacemente un flagello che dal 2006 al 2008 e' costato la vita a circa 300mila cittadini federali e' la modifica "alla legislazione che regola il transito alle frontiere" soprattutto quelle con "l'Asia Centrale". E' quanto ha sottolineato oggi alla Duma il responsabile del servizio di difesa antidroga della Federazione, Viktor Ivanov. Secondo lo zar antinarcotici di Mosca "non e' possibile restare ostaggio di norme" che prese sotto "l'urgenza del crollo sovietico" sono diventate una manna per i "narcotrafficanti". Una situazione "aggravata dai trattati internazionali" che per Ivanov "obbligano la Russia a concedere la cittadinanza" seguendo procedure "poco rigorose".
Secondo i dati presentati dal funzionario ai parlamentari, il "50 per cento dei narcotrafficanti arrestati in Russia ha un passaporto federale". Nei primi sei mesi del 2010 le strutture antidroga federali hanno effettuato 4 mila operazioni contro il contrabbando di droghe pesanti, 18 percento in piu' rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 13,5 tonnellate, un aumento del 58 percento in rapporto al 2009, la quantita' di oppiacei sequestrati quest'anno nella Federazione. "Lo spaccio degli stupefacenti e' il crimine piu' diffuso nella societa', superiore al furto" ha spiegato Ivanov ai deputati.
Recentemente l'ex generale dei servizi prestato all'antidroga si e' recato negli Stati Uniti, Germania e al quartier generale della Nato a Bruxelles per illustrare un programma in sette punti nel quale Mosca propone a Usa e Ue la collaborazione "nello spazio eurasiatico". Il progetto ritiene indispensabile avere il suggello Onu alla minaccia del narcotraffico "pericolo per la pace e la sicurezza del mondo".
Subito dopo, via libera alla nascita di "forze di polizia comuni tra Nato e Russia", insieme alla realizzazione di un "piano Marshall per lo sviluppo civile dell'Afghanistan". Queste posizioni di Ivanov illustrano la strategia di politica estera del Cremlino ribadita anche da Dimitry Medvedev al recente G-20 di Toronto che vede l'Afghanistan di nuovo al centro della diplomazia russa. Nonostante i timori che l'occidente sfruttando il mandato Onu possa assicurarsi il controllo di giacimenti e pipeline dell'Asia Centrale, Mosca vuole collaborare con l'Alleanza atlantica. Troppo forte la paura che il flusso degli stupefacenti, ritenuto una "minaccia per la sicurezza nazionale" continui a invadere la Federazione.
In Russia ci sono 2,5 milioni di tossicodipendenti che nel 2008 consumavano il 20 percento dell'eroina mondiale spendendo circa 13 miliardi di dollari l'anno. Secondo i dati delle Nazioni Unite dal 2001 la quantita' di oppiacei prodotta in Afghanistan e' aumentata di 40 volte. Il 90 percento dell'oppio mondiale e' coltivato a Kabul, mentre il narcotraffico rappresenta il 40 percento del Pil del paese centroasiatico. Dei 65 miliardi di dollari guadagnati ogni anno con l'eroina, solo 5 restano nel paese. Ai 3,5 milioni di contadini produttori della materia prima che raffinata e trasportata attraverso il Caucaso raggiunge l'Europa e la Russia, vanno tra i 200 e i 300 dollari l'anno. Il resto si suddivide tra i talebani, i mediatori sul territorio e le formazioni fondamentaliste che puntano a destabilizzare l'Asia Centrale.
 
 
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