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 ITALIA - ITALIA - Era canapa e non droga. Arrestato.. ora lo Stato deve risarcirlo
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Notizia 
29 ottobre 2023 17:45
 
 Fu arrestato nel 2018 con la pesante accusa di avere piantato cannabis

Dovrà essere risarcito RG che a settembre del 2018 venne arrestato da agenti della Polizia stradale di Amandola e della squadra mobile di Fermo perché, avendo avviato, insieme ad altri, una coltivazione di cannabis sativa, gli agenti pensarono che si trattasse di sostanza stupefacente. L’arresto avvenne dopo appostamenti nel campo di canapa in questione e contestualmente furono sequestrate 600 piante di canapa industriale Finola, estirpandole dal terreno. Una vicenda che ebbe risonanza nazionale quando la notizia fu divulgata dalle forze di polizia che riferirono di una coltivazione di «cannabis indica» e di «12 kg di marijuana pronta per essere immessa sul mercato, avrebbe potuto fruttare all’incirca 60.000 euro». Il procedimento penale nel quale RG è stato difeso dall’avvocato Emiliano Carnevali, si è concluso con decreto di archiviazione depositato il 30 gennaio 2019 a seguito di una perizia tossicologica effettuata sul materiale sequestrato che ha accertato l’assoluta assenza di efficacia drogante e la piena conformità alle prescrizioni legislative. Per questo la prima sezione civile del tribunale di Ancona ha ora condannato il Ministero dell’Interno a corrispondere a RG, a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale, l’importo complessivo di 11.428 euro, oltre a rivalutazione ed interessi legali.

La storia. Poiché era stata segnalata la presenza di una «probabile considerevole piantagione di marijuana in un campo isolato a ridosso del fiume Tenna e di una casa colonica abbandonata dove gli ignoti coltivatori verosimilmente essiccavano la sostanza stupefacente», la Polizia Stradale di Amandola e la Squadra Mobile di Fermo effettuarono una serie di appostamenti finalizzati all’osservazione ed al monitoraggio delle attività. Notarono RG intento a sezionare le piante nel piazzale dell’abitazione e lo arrestarono ai domiciliari. L’uomo rivendicò con forza la correttezza dell’attività spiegando che i semi, appartenenti a canapa industriale denominata Finola, erano di libera vendita e coltivazione. Il narcotest riscontrò soltanto una positività alla cannabis, senza tuttavia fornire alcuna indicazione circa l’entità del principio attivo. Successivamente la relazione tossicologica, che ha esaminato anche le foglie e le inflorescenze, ha rilevato che tutti i reperti analizzati erano da ritenersi «inidonee all’azione stupefacente» sicché, trattandosi di preparazioni prive di efficacia drogante, la presenza di inflorescenze non poteva in ogni caso considerarsi elemento sintomatico di una condotta penalmente rilevante, tanto che all’esito della relazione peritali tutti i beni in sequestro vennero restituiti, ad ulteriore conferma della liceità della condotta di RG.

(Peppe Ercoli su II Resto del Carlino del 28/10/2023)


 
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