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 ITALIA - ITALIA - Droga, Giovanardi vuole esaminare i dipendenti Rai
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Notizia 
20 settembre 2010 11:25
 
"Chi lavora nel servizio pubblico deve dimostrare pubblicamente di non drogarsi". Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, rivolge nel corso del programma televisivo KlausCondicio, condotto da Klaus Davi, un appello ai conduttori del servizio pubblico: "Cosi' come nel calcio i giocatori positivi vengono espulsi per un certo periodo dalle gare, credo che per i conduttori televisivi, soprattutto se il conduttore e la conduttrice lavorano nel servizio pubblico, sia sacrosanto auspicare che la loro immagine pubblica sia in linea con i valori educativi della Rai. Per questo ritengo che il paragone con il sistema di controllo calcistico ci stia tutto: gli si dica chiaramente 'Amico, vuoi presentare, cantare o interpretare fiction per la Rai? Allora devi dimostrare di non essere drogato'. Intanto gli artisti Rai dovrebbero iniziare a farlo volontariamente come i parlamentari. Auspico che i conduttori che se la sentono vadano spontaneamente e pubblicamente".
Qualcuno rifiuta? "Ognuno trarra' le sue conclusioni", replica il sottosegretario.
Ovviamente, per i parlamentari non e' previsto alcun controllo obbligatorio.

"La battaglia contro la droga e' troppo importante per ridurla ad una caciara propagandistica e spettacolare. La proposta di Giovanardi del test antidroga per i conduttori e i lavoratori Rai ha senso se non si riduce ad una sorta di caccia alle streghe momentaneo e strumentale". Lo dice Giorgio Merlo (Pd), vice presidente della commissione di Vigilanza Rai.
"Nel rispetto della privacy e delle norme esistenti- aggiunge- il test va esteso a tutti senza trasformarlo in una banale propaganda personale o di partito".

"Condivido pienamente la proposta di Carlo Giovanardi sui controlli antidroga nell'ambito della Rai e più in generale in tutti i luoghi dove è richiesta una piena integrità fisica e ci sia un'assunzione di responsabilità. A chi risponde con atteggiamento dubbioso, ricordo che molti politici, me compreso, si sono sottoposti volontariamente a controlli in base ad un principio di trasparenza dei comportamenti e degli stili di vita. La droga fa male e non vedo perché ci si debba sottrarre ai test, rendendone pubblici gli esiti. La lotta agli stupefacenti si realizza anche con gli esempi, attraverso la trasparenza di tante persone che hanno ruoli pubblici, compresi quelli che lavorano in Rai e nelle tv private. Semmai bisogna estendere l'ambito della proposta di Giovanardi, piuttosto che criticarla". Così in una nota il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

"Perchè i test anti-droga solo per i conduttori e i cantanti e non per chi governa il Paese?": se lo chiede Flavio Arzarello, segretario nazionale della Fgci (l'organizzazione giovanile del Pdci), a commento di quanto sostenuto dal sottosegretario Carlo Giovanardi.
"La proposta di Giovanardi - continua Arzarello - sembra una miscela di strumentale ipocrisia e falso perbenismo, degni della casta di cui tanto si parla. Giovanardi, che è passato alla cronaca politica per aver criminalizzato i giovani consumatori di droghe leggere, invece di fare spicciola propaganda, potrebbe cominciare a combattere l'uso della droga, quella realmente letale, in particolare la cocaina, tanto in voga in diversi festini frequentati assiduamente dall'attuale classe governativa".

 
 
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