testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Droga, Dap nuovamente condannato per detenuto morto di overdose
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
6 marzo 2010 12:37
 
Dopo Milano e Bologna anche il Tribunale civile di Roma ha condannato il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria a risarcire i famigliari di un detenuto morto nel carcere romano di Rebibbia il 13 ottobre 2010. L'uomo, Marco Zodiaco, era deceduto mentre era in attesa di giudizio, a seguito di insufficienza cardiorespiratoria determinata da assunzione di sostanze stupefacenti. A renderlo noto e' il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) che in una nota ricostruisce la vicenda che ha portato il Dap a dover risarcire circa 350mila euro. All'interno del carcere - avrebbe rilevato il giudice del Tribunale civile - sarebbe stata introdotta della droga in dosi sufficienti per almeno due persone, il che deporrebbe per un'evidente carenza nei controlli da parte dei dipendenti dell'Amministrazione penitenziaria in servizio presso il carcere di Rebibbia.
Sempre in base alla sentenza - riferisce il Sappe - la mancanza di controlli avrebbe integrato una chiara violazione di quelle disposizioni dell'ordinamento penitenziario che pongono a carico dell'Amministrazione l'obbligo di garantire il diritto di ogni detenuto all'integrita' fisica. In secondo luogo, l'omissione sarebbe stata una concausa dell'evento letale, in quanto soltanto grazie alla carenza (o alla superficiale esecuzione) dei doverosi controlli sui detenuti stessi fu possibile a Marco Zodiaco (o ad altro detenuto che lui frequentava) entrare in possesso di sostanza stupefacente e, quindi, assumerla. Pertanto, il giudice ha stabilito che la responsabilità dell'Amministrazione consiste nel non aver impedito, come era suo dovere istituzionale, che il detenuto potesse avere la disponibilita' di sostanza stupefacente. Il giudice avrebbe dunque stabilito che il danno risarcibile e' costituito soltanto da quello morale, patito dai famigliari, ed e' quantificabile in 75.900 euro ciascuno in favore dei genitori, 42.900 ciascuno in favore delle due sorelle del detenuto morto e 49.500 dell'altro fratello minore. Sulle suddette somme dovranno essere calcolati gli interessi, per un totale complessivo di circa 350.000 euro 'Si sta ormai affermando un indirizzo giurisprudenziale di merito che sconcerta tutti gli addetti ai lavori, soprattutto se si pensa che, laddove dovesse essere riscontrata la colpa grave, la Corte dei Conti potrebbe agire in rivalsa nei confronti del personale di polizia penitenziaria - afferma in una nota Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe - Ció sarebbe davvero assurdo, ma non improbabile, in considerazione delle gravi difficoltà in cui opera il personale stesso'. Il sindacato si augura dunque che la Corte di Cassazione, quando sarà chiamata a giudicare, 'affermi principi opposti a quelli finora affermati dai giudici di merito e che, soprattutto, l'Amministrazione penitenziaria cominci a preoccuparsi di stipulare delle assicurazioni per il personale di polizia penitenziaria'.
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS