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 SVIZZERA - SVIZZERA - Depenalizzazione cannabis. Rappaz continua lo sciopero fame
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12 novembre 2010 19:18
 
In Svizzera, un sempre piu' mediatizzato e lungo sciopero della fame di un detenuto che milita per la depenalizzazione della cannabis sta mettendo a dura prova il sistema giuridico elvetico: Bernard Rappaz - coltivatore di canapa del canton Vallese - e' stato condannato a cinque anni ed otto mesi di detenzione per gravi infrazioni alla legge federale sugli stupefacenti, ma contesta la pena con uno sciopero della fame ad oltranza. Dopo 79 giorni senza cibo, l'uomo di 57 anni e' in condizioni critiche ed il dibattito e' acceso per sapere se lo Stato deve lasciarlo morire, nutrirlo con la forza o sospendere la pena.
Ecologista, agricoltore e attivista per la depenalizzazione della cannabis, Rappaz e' entrato in prigione lo scorso 22 marzo per scontare una pena di cinque anni e otto mesi per violazione grave della legge federale sugli stupefacenti e riciclaggio di denaro. Ieri, il Tribunale vallesano ha ordinato all'ospedale universitario di Ginevra, dove Rappaz e' stato trasferito il mese scorso, di alimentarlo con la forza. Ma l'ospedale, dopo aver esaminato la questione ha oggi definito la richiesta 'inapplicable' sul piano medico e dell'etica medica ed ha annunciato un ricorso al Tribunale federale, la Corte suprema elvetica. Nella medesima sentenza, il Tribunale cantonale vallesano ha respinto il ricorso Rappaz contro la decisione delle autorita' del cantone del Vallese di negargli un'interruzione della pena. Il legale ha annunciato che fara' ricorso. E' stata inoltre presentata una richiesta di grazia, sulla quale il parlamento vallesano dovrebbe pronunciarsi, a porte chiuse, il 18 novembre. Nel frattempo, Rappaz pesa ormai 58 chili e 'ad ogni istante corre il rischio di un arresto cardiaco o di una trombosi', spiega un amico citato dalla stampa. Un numero crescente di personalita' - politiche, medici e specialisti - ha preso posizione sul suo caso. Intervistato dalla stampa, il senatore radicale Dick Marty ha affermato che la morte del vallesano costituirebbe una pagina 'poco brillante' della storia giudiziaria elvetica.
 
 
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