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Colombia. Non si ferma lo scandalo sull'Antinarcotici
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18 giugno 2002 18:53
 

Per approfondimenti:

sullo scandalo della malversazione dei fondi del Plan Colombia


I 60 ufficiali oggetto dell'inchiesta giudiziaria per la presunta malversazione dei fondi dell'Antinarcotici, i quasi due milioni di dollari Usa donati alla Colombia, saranno sottoposti ad indagini dettagliate sui loro patrimoni. Conti bancari, entrate finanziarie e proprieta' dei beni saranno passati al setaccio, come pure avverra' per tutte le 1.500 ricevute e fatture del Dipartimento Antinarcotici degli ultimi due anni.
Nel frattempo un'altra testa e' saltata. Il capo della sicurezza presidenziale, Royone Chávez, dopo una denuncia giornalistica della rivista colombiana "Cambio" ha presentato le sue dimissioni. Il settimanale nel suo ultimo numero aveva sostenuto che Chávez era coinvolto in un milionario progetto immobiliare nel centro di Bogota'. Un palazzo di sette piani valutato in 10 milioni di pesos (quasi quattro milioni e mezzo di Usd).
Il primo ad aver rilasciato liberamente la sua versione dei fatti e' stato il colonnello Edgar Bejarano, l'ex segretario personale del capo della Polizia, il generale Luis Ernesto Gilbert. Bejarano si e' presentato con i suoi avvocati alle nove di mattina del passato venerdi' di fronte al procuratore dell'Unita' Nazionale Anticorruzione.
Da parte sua il capo della Polizia, il generale Gilbert, ha ribadito che i successi dell'arma evidenziano che l'istituzione non e' divisa e, se verranno trovati degli elementi corrotti, saranno le indagini a dimostrarlo. "Non ho la pretesa di credermi il padrone della Polizia e sono pronto a lasciare il mio incarico, con la fronte alta e convinto della buona fede di tutte le mie azioni, nel momento in cui il mio superiore di grado, il signor presidente della Repubblica, lo ritenga necessario", ha scritto il generale in una lettera al quotidiano colombiano El Tiempo, per replicare alle accuse di una spaccatura dentro la Polizia e di una guerra di dossier e di spionaggio interna.

 
 
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