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Brasile. Violenza del narcotraffico e legalizzazione delle droghe
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14 giugno 2002 18:57
 

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Se un aspetto positivo puo' emergere dalla tragica vicenda del giornalista Tim Lopes, ucciso dal narcotraffico, perche' sul narcotraffico indagava, e' quello di aver aperto un dibattito sugli effetti perversi di questa micidiale potenza, che e' il mercato degli stupefacenti, in mano alla criminalita' organizzata. Di seguito riportiamo due editoriali pubblicati oggi in due tra i maggiori quotidiani brasiliani: O Globo e Jornal do Brasil.

TRAFFICO DI DROGHE E BUONA COSCIENZA
di Fernando Gabeira, deputato federale di Rio de Janeiro per il Partito dei Lavoratori
Ogni volta che il traffico delle droghe produce una tragedia, emerge la tesi che il denaro che muove quest'inferno criminale, esce dalle tasche dei consumatori. E' una verita' cristallina. (..)
Fino a qui niente da eccepire. Le contraddizioni invece emergono quando si arriva alla conclusione che, nel comprare la droga, il consumatore diventa il responsabile della violenza collegata al narcotraffico. (...)
La violenza legata allo spaccio e' creata dallo stesso proibizionismo. I consumatori di droghe legali non generano violenza nelle varie tappe della produzione e della commercializzazione di queste sostanze. Non si sono mai viste, infatti, sparatorie per la vendita di vodka, ne' stragi perche' non e' stata pagata la fattura di una grande partita di whisky.
L'assenza di un'autorita' esterna che regoli questo commercio con migliaia di protagonisti, fa si' che piccoli eserciti siano creati per difendere i punti di vendita e punire i pagamenti non rispettati. Se qualcuno paga per l'acquisto di 10 chili di cocaina e ne riceve 8, non puo' chiedere l'intervento della Giustizia. (...)
Una certa tendenza punitiva, che si e' costruita contro i consumatori, puo' essere interpretata come un tentativo dei proibizionisti di mascherare il fallimento della loro politica e la responsabilita' per i fatti di sangue che sono la quotidianita' delle citta' brasiliane.
L'argomento che il proibizionismo e' la causa della violenza, tuttavia, non significa che il consumo, una volta liberato, non produrra' piu' alcuna violenza. L'uso dell'alcol e' la causa di molte morti violente, dell'incapacita' di lavorare e di gravissimi incidenti stradali. Ma per esempio tassando la pubblicita' sugli alcolici del 20%, e destinando questa somma agli ospedali pubblici, si realizzerebbe cosi' una politica di riduzione del danno, che non ha mai suscitato l'interesse dei media. (...)
Fino a che lo Stato e la schiacciante maggioranza non la smetteranno con questa volonta' onnipotente di controllare il corpo di ciascuno, vivremo una continua tragedia. Un incubo. Nel nostro Paese il liberalismo e' stato generoso con la finanza e i mercati. Ma la liberta' di disporre del proprio corpo e' ancora una questione di Polizia.
da O Globo, 14 giugno 2002


DROGA E VIOLENZA
di Ranieri Mazzilli Neto, avvocato
E' un fiasco la politica sulle droghe condotta fino ad oggi in quasi tutto il mondo e ispirata dagli Stati Uniti. L'attuale politica proibizionista su alcune droghe, che ha trasformato una questione di salute pubblica in una questione di Polizia, ha come diretta conseguenza, oltre alla corruzione, la violenza, che si traduce soprattutto nel costituirsi di gruppi armati che creano dei veri e propri feudi per portare avanti degli affari miliardari.
E' evidente che lo spaccio di stupefacenti non sara' eliminato grazie alla repressione della Polizia: un affare, i cui guadagni sono stratosferici, non sara' eliminato cosi'. Il guadagno e' molto alto, e ci sara' sempre qualcuno disposto a correre il rischio per l'affare.
L'esempio della storia, sotto gli occhi di tutti, e' stato il fallimento del proibizionismo sugli alcolici negli Usa: il proibizionismo non solo non ridusse il consumo, ma produsse corruzione, gangster e morte. Da notare, inoltre, che per i giovani (il mercato piu' grosso, tra i consumatori) la proibizione e', in se', un fattore in piu' di attrazione. Mi arrischio a dire che il consumo tra i giovani diminuira' se venisse levata quest'aurea mitica del proibito.
E' utile rivedere, urgentemente, la politica del proibizionismo: solamente quando la vendita delle droghe nel mercato nero smettera' di essere un affare che muove cifre miliardarie, sara' possibile ridurre la violenza che circonda questa attivita' e abbattere il potere parallelo di chi guadagna sul narcotraffico, inclusi quelli che ci guadagnano con il pretesto di combatterlo.
Quello di cui si deve dibattere e' quale sia la maniera migliore per realizzare la depenalizzazione.
da Jornal do Brasil, 14 giugno 2002

 
 
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