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 MONDO - MONDO - Basta col proibizionismo sulle droghe. Ex-presidente colombiano
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1 ottobre 2013 13:50
 
"Basta fondamentalismi". In tema di droghe, il fronte antiproibizionista si arricchisce di una nuova voce. Ed e' una voce autorevole quella di Ernesto Samper Pizano, ex presidente della Colombia, uno tra i Paesi, ricorda, che piu' hanno pagato e pagano il prezzo della Guerra alla droga lanciata dagli Stati Uniti a partire dagli anni '70. L'Adnkronos ha incontrato Samper nella sede dell'Istituto Italo-Latino Americano a Roma, dove l'ex presidente ha presentato il libro che riassume la sua "nuova proposta", 'Drogas. Prohibiciòn o legalizaciòn'. "Quando il presidente Richard Nixon trasforma la lotta alla droga in un problema di sicurezza nazionale degli Stati Uniti -sostiene Samper- la politica anti droga si trasforma in uno strumento di intervento politico". A decenni di distanza, dopo costi umani, sociali ed economici incalcolabili, i consumi sono in crescita e, sostiene ancora Samper, "le politiche anti droga producono sempre piu' danni in Paesi produttori e consumatori, come la Colombia e il Messico". Bisogna pero' aver bene a mente che "non possiamo passare dal fondamentalismo del proibizionismo a quello della legalizzazione". Il percorso immaginato dall'ex presidente colombiano propone una "formula alternativa". Da un lato, dobbiamo "continuare a considerare il consumo di droga un'attivita' socialmente censurabile", ma dall'altro, bisogna "abolire le pene per consumatori, distributori e produttori". Samper fu presidente della Colombia tra il 1994 e il 1998. Rimase coinvolto in uno scandalo, il cosiddetto "Processo 8.000", dal numero assegnato al fascicolo dai magistrati dell'accusa, secondo i quali il Cartello dei narcos di Cali si era infiltrato nella sua campagna elettorale. Samper rivendica di essere stato assolto non solo dal Congresso colombiano, ma anche dalla Corte Suprema e che, sebbene "dopo venti anni e' ormai chiaro che il Cartello di Cali riusci' a infiltrarsi nella mia campagna elettorale, con responsabilita' degli amministratori, finora nessuna prova ha potuto dimostrare una mia condotta irregolare".
Per questo, riconoscendo che "non e' un mistero per nessuno che le organizzazioni criminali usano il piombo o il denaro per ottenere i loro scopi", l'ex presidente respinge qualsiasi sospetto sul fatto che la sua "nuova proposta", possa alla fine rivelarsi un grosso favore per i narcos, per la gigantesca industria transnazionale della droga e anche per i guerriglieri delle Farc. "No -dice- tutti questi soggetti in questo momento vivono proprio di proibizionismo e repressione, perche' il costo della materia prima vale il 5 per cento del valore del giro di affari; il restante 95 per cento e' il valore della repressione, del rischio che devono correre. Se cambiamo le regole e assegnamo alle droghe un trattamento simile a quello previsto per alcol e tabacco, cesseranno gli utili dei narcos". Quanto alla ricaduta sociale e al rischio di un 'boom' nei consumi di droghe, Samper per prevenirlo propone di tutelare "i consumatori" con "campagne di informazione e politiche rieducative", con particolare attenzione ai "settori piu' deboli, come gli adolescenti". Oggi, prosegue, citando un ampliamento in America Latina del fronte antiproibizionista e anche i recenti provvedimenti di depenalizzazione dell'uso personale di droghe leggere o di legalizzazione a scopi terapeutici assunti in alcuni stati degli Stati Uniti, "si sta aprendo la strada per politiche diverse".
Rimane la perplessita' che le politiche anti proibizioniste si rivelino alla fine uno strumento per consentire alle grandi organizzazioni criminali, come la 'ndrangheta, sempre piu' attiva nei contatti diretti con i cartelli colombiani, di legalizzare le proprie attivita' e controllare il nuovo mercato. Samper risponde citando studi come quelli del Premio Nobel per l'Economia Gary Becker che "dimostrano che l'unico modo per controllare il mercato delle sostanze illecite e' stabilire delle regole che permettano un intervento dello stato per evitare le speculazioni, gli accaparramenti e il contrabbando". Proprio le regole e le politiche di depenalizzazione, prosegue, determinerebbero "la scomparsa dei narcos come organizzazioni criminali". Del resto, ricorda, il rapporto tra le mafie colombiane e quelle italiane, russe o asiatiche, "e' il prodotto di un mercato illecito che vale piu' di 500 miliardi di dollari l'anno". L'importante, sostiene ancora l'ex presidente colombiano, e' non inseguire "l'utopia della legalizzazione", ma "perseguire una politica graduale e selettiva che non preveda lo stesso trattamento per le droghe pesanti e quelle leggere". Ci vuole "gradualita'", perche' "ogni droga ha un curriculum differente", ma finora dice Samper ricordando le politiche sostenute finora, fallimentari a suo giudizio, "il rimedio e' risultato piu' costoso della malattia". Quanto alla cocaina, in quale categoria andrebbe inserita secondo Samper, in quella delle droghe "dure", come le definisce in spagnolo, o in quella delle droghe leggere? L'ex presidente risponde con una battuta, ricordando che "Papa Leone XIII beveva un vino di coca proveniente dal Peru'". Ne mostra un'immagine sul suo libro, "si chiamava Vino Mariani". Fu scoperto anche dagli americani e secondo Samper e' da li' che e' nata l'idea della bevanda piu' famosa del mondo. "Ancora oggi penso che la Coca Cola contenga coca, e' per questo che non rivelano la formula".
 
 
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