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Giovanardi e Klauscondicio
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Lettera 
7 luglio 2008 0:00
 
Cara Aduc,
vorrei sapere se le dichiarazioni da voi riportate, riguardo l'intervento del Ministro Giovanardi in termini di droga a Klauscondicio, siano state riportate integralmente oppure estrapolate. Nel caso siano state riportate testualmente e davvero Giovanardi ritenga opportuno non denunciare un proprio collega sorpreso a far uso di droga mi ritengo personalmente indignato ed offeso.
Proprio il difensore della moralità e dell'integrità del popolo italiano sembra dimenticare che anche il semplice uso di droga viene sanzionato in via amministrativa dalla Fini-Giovanardi, legge che lui stesso ha contribuito a redigere, ha firmato e che tutt'ora difende con veemenza in parlamento e ad ogni pubblica occasione.
Vi scrivo da "vittima del proibizionismo": in questi giorni sto affrontando il percorso che porta al rinnovo della patente di guida, un percorso che deve verificare se io sia o meno in possesso di tutti i requisiti psico-fisici richiesti a condurre un'automobile. Da quanto affermato da Giovanardi devo dedurre che per sedere tra i suoi pari non sia richiesta alcun tipo di attitudine psico-fisica? Interventi come quello da voi citato offendono ed umiliano ulteriormente la dignità di tutti i cittadini italiani, non solo di quella minoranza caduta nella rete della Fini-Giovanardi. Inoltre il prode ministro invoca test antidroga per le professioni ritenute a rischio da un lato, mentre dall'altro sembra indirettamente avvallare un clima di tolleranza nei confronti dei membri del parlamento. Una domanda sorge spontanea: chi più di un politico chiamato ad amministrare lo Stato Italiano ricopre un ruolo di responsabilità? Penso siamo tutti d'accordo nell'affermare che la fiducia degli elettori, espressa attraverso il voto, meriti un rispetto ed una considerazione maggiore da parte di coloro che sono stati chiamati a rappresentarli.
Certo è che il caro Ministro sembra intenzionato a non perdere occasione per alimentare i sospetti nei confronti della cosiddetta Casta. Chissà come si deve sentire Cosimo Mele, ex compagno di Giovanardi nell'UDC, "Mannaggia, fossi andato a sniffare coca con Giovanardi me ne starei ancora bel bello in parlamento...."
Ma insomma, questa sarebbe la caratura politico-morale di colui chiamato a legiferare su un argomento così sensibile come quello delle sostanze psicotrope e pericolose? Io capisco che l'ambizione possa portare l'uomo a compiere atti abietti, ma addirittura costruire la propria carriera politica sulla pelle di migliaia di giovani invocando solo per noi la tolleranza zero e strizzando invece l'occhio al compagno di banco in parlamento mi sembra troppo. Se il così detto "Diritto a drogarsi" non esiste, beh che non esista per nessuno e la tolleranza sia davvero a zero per tutti, altrimenti è palese che qualcosa debba essere cambiato: se il ministro o la legge non sono certo io a doverlo dire.
Grazie per l'eventuale tempo e spazio dedicato al mio sfogo.
Raoul, da Sant'angelo Romano (RM)

Risposta:
la dichiarazione riportata e' integrale, cosi' come divulgata dalle diverse agenzie stampa. Pubblichiamo il suo intervento su Cara Aduc.
 
 
 
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