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Cessione di hashish a scuola. Quando la legalità uccide
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30 maggio 2024 13:11
 
 
Due studenti di un istituto superiore di Bolzano, pizzicati dal preside mentre si scambiavano una bustina con hashish in classe: uno è stato denunciato per cessione di droga e l’altro segnalato come consumatore. Il questore della città altoatesina, facendo il proprio dovere, ha sottolineato che questa “vera e propria piaga deve essere contrastata a tutti i livelli” (Ansa).

A chi non abbia dimestichezza coi giovani, segnaliamo che episodi del genere sono molto frequenti, nelle scuole e in altri luoghi, anche se non ci sono denunce e interventi delle autorità. E se ogni volta ci fosse un solerte denunciatore e un altrettanto solerte tutore dell’ordine che dichiara il proprio impegno, ammesso che queste vicende possano essere degne di informazione oltre ad alcuni casi eclatanti (tipico caso è quando ci scatta un morto, ché la rissa è poco), le nostre cronache ne sarebbero strapiene. Già ora l’umano “ci ha fatto il callo” e non ci fa caso più di tanto… come le varie guerre nel mondo, a meno che non esplodono nel tuo giardino.

Questi due ragazzi sono praticamente rovinati, segnati a vita, come spacciatore e consumatore. Non che non avrebbero dovuto essere segnalati, ma di fatto, anche se nella loro vita non toccheranno mai più una canna, il risultato è questo.

Il nostro è un Paese in cui - sembra che - il 25% dei giovani faccia uso di droghe, soprattutto canne. La risposta che le autorità danno a questo fenomeno è “blandamente” quello che è accaduto a Bolzano. Quando non c’è risposta, ognuno fa da sé, col condizionamento di un mercato che è in mano alla malavita organizzata.

Viviamo in un Pianeta in cui ci sono autorevoli Stati come, tra gli altri, il Canada, la Germania e buona parte degli Usa, che hanno legalizzato l’uso ricreativo della cannabis. I ragazzi in questi Paesi si fanno le canne e non danno fastidio a nessuno, neanche a se stessi, visto che - sanitariamente e socialmente - consumare in un mercato legale rende minimi i rischi rispetto al consumo in un mercato illegale.

Il nostro Paese non solo latita (di recente è stato impedito un referendum per la legalizzazione adducendo motivazioni capziose), ma si destreggia in episodi come quello di Bolzano: un tipico caso di quando l’applicazione della legalità uccide.


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