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 ITALIA - ITALIA - Tossicodipendenti in carcere. Cgil: vadano in comunita'
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Notizia 
21 maggio 2010 20:26
 
'Collocare la tossicodipendenza fuori dalle mura del carcere, nelle comunita' terapeutiche, e trovare delle soluzioni strutturali che tendano a risolvere il problema del sovraffollamento'. E' la proposta del responsabile nazionale del comparto sicurezza della Cgili Francesco Quinti, al termine della visita di oggi al supercarcere di Sulmona.
Il sindacalista ha affermato di avere voluto verificare di persona la situazione in cui sono costretti a lavorare gli agenti di polizia penitenziaria e le condizioni in cui sono ristretti i detenuti di Sulmona, dopo l'interruzione delle trattative sindacali con la direzione del carcere.
'Ci vuole un po' piu' di coraggio da parte del ministro Alfano, per ricercare soluzioni che diano un equilibrio e una stabilizzazione del sistema anche per il futuro - ha aggiunto Quinti -. Noi stiamo chiedendo al governo di ragionare sulla possibilita' di introdurre nuove regole che tendano a deflazionare la presenza in carcere, perche' crediamo che la sola misura che attualmente e' in discussione in commissione giustizia (il cosiddetto svuota carceri), sia come una goccia nell'oceano'.
Le stime dicono che oggi ci sono in Italia circa 67.700 detenuti, reclusi in circa 207 strutture penitenziarie che coprono circa 43.800 posti. 'Questo produce una serie di problemi alle persone detenute - ha proseguito Quinti - perche' si trovano strette in celle in maniera inverosimile. Una situazione che prevede anche un abbassamento delle attivita' del trattamento terapeutico e un aggravio del lavoro sia per la polizia penitenziaria che per le altre professionalita' socio educative assistenziali che sono tutte insieme davvero poche per sostenere il carico di lavoro che oggi e' determinato da questa scelta'.
 
 
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