Gli Stati Uniti non appoggiano più l'italiano Antonio Maria Costa, direttore dell'ufficio Onu per gli stupefacenti e il crimine (Unodc, con sede a Vienna), e il suo mandato, in scadenza a maggio, rischia di non essere rinnovato. Lo sostiene il Financial Times, citando fonti dell'Unodc, secondo le quali proprio mentre Costa sembra aver perso l'appoggio di Washington, emerge una vicenda, tutto sommato minima, che coinvolge il funzionario italiano. Costa viene accusato di non aver segnalato all'Onu di avere accettato una pistola da una industria austriaca del settore, la Glock. Il numero due dell'Onu, Mark Malloch Brown ha inviato una lettera di rimprovero a Costa, parlando di "errore di giudizio" nell'accettare l'arma e chiedendogli di restituirla o di consegnarla ai servizi di sicurezza dell'Onu. A Palazzo di Vetro, la vicenda viene considerata chiusa. Il portavoce dell'Unodc, Richard Murphy, ha spiegato all'Ft che Costa "ha riconosciuto che non segnalare la cosa al segretario generale (Kofi Annan) è stato un errore, e se ne rammarica. Ha precisato che la pistola non è mai finita in suo possesso: è sempre rimasta nelle aree di sicurezza dell'Onu ed é stata registrata nell'inventario". Costa si era recato alla Glock nel 2003 insieme con istruttori delle Nazioni Unite e "alla fine di una sessione di tiro a segno gli è stata offerta la pistola con la quale aveva sparato", ha precisato Murphy, aggiungendo che il direttore dell'Unodc aveva avuto l'impressione che sarebbe stato "poco educato rifiutare". Il quotidiano della City ricorda che Costa è stato assunto con l'impegno di ridare credibilità all'agenzia dopo uno scandalo che aveva coinvolto il suo predecessore, Pino Arlacchi, accusato di una serie di malversazioni. Tra gli Usa e Costa c'é identità di vedute riguardo a dure politiche di sradicamento in Colombia e in Afghanistan, ma Washington sostiene che poco è stato fatto per tentare di raggiungere l'obiettivo di un mondo libero da stupefacenti entro il 2008.