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 ITALIA - ITALIA - Gioco d'azzardo. Dipartimento antidroga contro la pubblicita'
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Notizia 
24 marzo 2010 20:27
 
Troppa pubblicità intorno al gioco d'azzardo, ci vuole un atteggiamento più prudente e misurato da parte di tutte le varie aziende che promuovono queste varie forme di gioco. E' l'allarme lanciato dal dipartimento politiche antidroga. Il sottosegretario Giovanardi sottolinea: "Buona parte della popolazione si avvicina in maniera sempre più preoccupante verso quello che all'inizio sembra solo un passatempo, ma che si rivela sempre più spesso una trappola psicologica dalla quale diventa difficile staccarsi".
I dati testimoniano come ai centri di cura rivolgano sempre più spesso, molti giovani e anziani caduti nella 'dipendenza', il cosiddetto "gambling patologico"; l'impossibilità, cioè, di staccarsi dalla routine dell'azzardo, che inevitabilmente porta ad un consumo di energie, spesso anche alla dilapidazione di patrimoni, con conseguenti ricadute negative familiari e sociali.
"Giocare, ce lo insegnano i bambini, fa bene ma giocare d'azzardo - spiega Giovanardi - non è la stessa cosa". Il capo dipartimento Giovanni Serpelloni aggiunge: "Si possono innescare processi mentali di dipendenza che sono similari a coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti; in alcune persone particolarmente vulnerabili, il cervello viene sollecitato al punto da non riuscire più a governare i comportamenti".
Ecco dunque perché le pubblicità, sul gioco, così come sono oggi concepite, e oramai troppo insistenti, possono essere pericolose: "Danno l'idea di un semplice passatempo - spiega il Dipartimento - per di più ipoteticamente remunerativo stando poi al calcolo delle basse probabilità di vincere. La realtà, purtroppo a volte è ben diversa. Poco convincenti anche le ultime campagne di comunicazione attuate dalle aziende sia pubbliche che private per mitigare le eventuali critiche che varie associazioni hanno più volte mosso". Contestualmente allo slogan "gioca responsabile" si ripropongono infatti "stimoli e comportamenti che incitano al troppo gioco, proponendo modelli comportamentali che tutto sono tranne che 'responsabili'".
 
 
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