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 ITALIA - ITALIA - Famiglia Cucchi pensa a denuncia per omicidio
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Notizia 
18 marzo 2010 17:03
 
La famiglia di Stefano Cucchi, il ragazzo romano arrestato per droga e morto il 22 ottobre all'ospedale Pertini di Roma dopo una settimana di agonia, sta valutando di presentare un esposto alla Procura, nei confronti di chi ha avuto in custodia Stefano al Pertini, per omicidio volontario. Lo annuncia la sorella del ragazzo, Ilaria Cucchi. ''Alla luce di quanto si evince dalla relazione della Commissione Parlamentare, dall'inchiesta condotta dal Dap e da quanto emerso nel corso delle indagini dal momento della morte ad oggi - spiega Ilaria Cucchi - i nostri legali stanno valutando l'ipotesi di presentare un esposto alla Procura nei confronti di tutti coloro che hanno avuto in custodia Stefano al Pertini e che, pur accorgendosi della gravita' delle sue condizioni, non sono intervenuti per salvargli la vita''. ''Emerge un quadro di omicidio volontario con dolo eventuale, dove la continua mancata assistenza e il contestuale isolamento hanno reso possibile, concretamente probabile e prevedibile il verificarsi della morte, di cui si e' accettato il rischio, continuando a mantenere comportamenti omissivi e illeciti, come nel caso della Tyssenkrupp. In questo quadro - conclude la sorella di Stefano Cucchi - assumerebbe rilievo la pratica pantomimica della rianimazione di Stefano gia' morto da ore''.

Gli avvocati della famiglia di Stefano Cucchi, decideranno entro oggi o al massimo domani se presentare un esposto alla Procura per omicidio volontario con dolo eventuale nei confronti di chi ha avuto in custodia Stefano all'ospedale Pertini. ''Abbiamo tempi molto stretti - spiega l'avvocato Fabio Anselmo - quindi decideremo nelle prossime ore. Certo e' che cio' che ci e' stato descritto dalla commissione parlamentare descrive una situazione talmente terribile ed eclatante che e' difficile escludere che chi aveva in custodia Stefano non si fosse rappresentato il rischio che potesse morire''. C'e dunque, per i legali, ''un problema ulteriore che si aggiunge al pestaggio. Morire di fame e di sete in ospedale, in una situazione di isolamento illegittima perche' il ragazzo stava male e aveva chiesto di parlare, come prevede la legge, col suo avvocato, e' assurdo. C'e' poi una lettera scritta dalla direzione sanitaria rivolta a un giudice due giorni prima che Stefano morisse in cui si chiede il trasferimento in un'altra struttura. Una lettera - conclude Anselmo - mai pervenuta al giudice e rimasta nel cassetto''.
 
 
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