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 ITALIA - ITALIA - Eroina ed immigrati clandestini per finanziare causa juhadista. Smantellata rete di pakistani
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Notizia 
18 maggio 2011 14:05
 
Su mandato della Procura antimafia di Napoli sono stati eseguiti quaranta decreti di perquisizione, nei confronti di altrettanti pakistani residenti in Italia e ritenuti promotori e affiliati di una organizzazione criminale dedita al traffico di eroina, all'immigrazione clandestina, alla falsificazione di documenti e al finanziamento di attività terroristiche. Le perquisizioni sono state eseguite dagli agenti della Digos di Frosinone e dal Ros di Udine, con il coordinamento del servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della polizia di prevenzione, del Comando generale dell'Arma dei carabinieri e il supporto dell'agenzia informazioni e sicurezza interna. L'operazione ha interessato diverse città italiane tra cui Napoli, Frosinone, Roma, Macerata, Milano, Oristano, Cagliari e l'Aquila. Tre perquisizioni sono state eseguite anche in celle di detenuti in carcere.
Dall'aprile 2008, coordinati dalla Dda partenopea, è in corso una attività investigativa nei confronti di segmenti strutturati in Italia di un'organizzazione delinquenziale a base etnica composta da pakistani per lo più originari della provincia di Peshawar, finalizzata al traffico internazionale di eroina dall'Afghanistan e dal Pakistan verso l'Italia e sospettata, sulla base di alcune dichiarazioni raccolte dalla Procura, di sostenere, almeno con una parte dei proventi illeciti, la causa jihadista e filotalebana del movimento 'Tehreek-e-nafaz e-shariat-e-muhammadi', braccio armato operativo in Pakistan nella valle dello Swat, al comando del leader talebano Maulana Fazlullah.La stessa organizzazione, era stata già oggetto di una prima indagine, sempre da parte della Digos di Frosinone, che si concluse con lo smantellamento, alla fine del 2007, di una sua enclave radicata a Bologna e con la cattura, nel maggio 2008, di uno dei suoi capi in Pakistan, lo Shafiq ur Rehman Syed, poi condannato a 18 anni di reclusione e, tuttora, detenuto.
Le indagini avevano consentito di accertare l'esistenza di una potente organizzazione pakistana con articolate ramificazioni nelle province di Napoli e Macerata e nelle città di Bologna e Roma, finalizzata al traffico illecito di eroina, prodotta e confezionata nella provincia afgana di Nangarhar, nella quale esistono diversi gruppi guerriglieri talebani interessati al controllo del mercato della droga, dal quale traggono profitti per il finanziamento della causa islamica, e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dal Pakistan producendo passaporti e documenti falsi anche a personaggi pericolosi rendendo, di fatto, inefficaci i controlli nei confronti di terroristi islamici. L'organizzazione è risultata fornitrice, attraverso canali commerciali italo-pakistani, di ingenti partite di eroina verso un analogo gruppo radicato sul litorale domitio, tra le province di Napoli e Caserta e con ramificazioni a Bologna e Varese e composta soprattutto da ghanesi, già condannati o in attesa di giudizio di primo grado presso il Tribunale di Napoli.
Dalle intercettazioni sono emersi contatti stabili con le comunità pakistane insediate in diverse località italiane, della Spagna e della Gran Bretagna, utilizzati in particolare per favorire l'illecito ingresso di stranieri dal Pakistan. Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate 300 richieste di nulla osta per regolarizzazione al lavoro subordinato di altrettanti cittadini pakistani, numerose fotocopie di passaporti pakistani, ricevute di versamenti in denaro, effettuati anche tramite postepay, per un valore complessivo di circa 90 mila euro, documenti cartacei in lingua araba e materiale informatico. Al vaglio degli investigatori anche rubriche telefoniche e agende contabili.
 
 
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