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 ITALIA - ITALIA - Droga e legge Salvini. Dov'è?
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Notizia 
7 marzo 2019 12:13
 
 Tre giorni fa il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha presentato in pompa magna, assieme ai capigruppo leghisti di Camera e Senato, un disegno di legge che, così ha dichiarato, “abolirà la modica quantità” di sostanza detenuta, che rappresenta il confine fra consumo personale e spaccio.
Siamo ancora in attesa del testo del provvedimento. Non è una cosa seria.
Così Giulio Manfredi (Giunta Radicali Italiani), che continua:
Avanziamo due ipotesi sul ritardo. La prima è che qualcuno abbia informato Salvini di due fatti accaduti negli ultimi 30 anni: la “modica quantità” è stata abolita 29 anni fa dalla legge n. 162/1990 sedicente “Iervolino/Vassalli/Craxi”; attualmente è in vigore in materia un decreto dell’11 aprile 2006 del ministro della Salute di concerto con il ministro della Giustizia, che ha fissato il “limite quantitativo massimo riferibile ad uso esclusivamente personale” (le quantità – in principio attivo – sono stabilite in 500 mg per la cannabis, 250 mg per l’eroina, 750 mg per la cocaina); oltre quel limite si è considerati spacciatori e si deve provare in tribunale di non esserlo (cosiddetta “inversione dell’onere della prova”).
Il grosso problema per Salvini è che l’11 aprile 2006 il ministro della Salute era Silvio Berlusconi (che svolgeva le funzioni sia di premier che, ad interim, di ministro) e che il ministro della Giustizia era il leghista Roberto Castelli.
Quindi, se Salvini vuole abolire il “limite quantitativo massimo” attualmente in vigore, deve sconfessare l’operato di un governo di centro-destra di cui faceva parta a pieno titolo la Lega.
 La seconda ipotesi, che può essere complementare alla prima, è che Salvini si sia accorto, seppure in ritardo, che in Italia fare il “campione della lotta alla droga” (qualunque cosa significhi) porta sfiga. Ha portato sfiga a Bettino Craxi, responsabile del peggioramento della legislazione proibizionista alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso (in parte mitigato dal referendum radicale del 1993); ha portato sfiga a Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi, responsabili dell’ulteriore peggioramento attuato con la legge n. 49/2006 (fatta passare in Parlamento in modo surretizio, ben nascosta in un decreto-legge dedicato alle Olimpiadi Invernali di Torino), in parte mitigato dalla sentenza della Consulta n. 32 del 12-25 febbraio del 2014.
 Sotto a chi tocca ….
 
 
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