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 ITALIA - ITALIA - Droga in carcere. Arrestato agente penitenziario a Catania; altri 4 indagati
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31 ottobre 2014 10:14
 
Un assistente capo della polizia penitenziaria del carcere catanese di Bicocca, M.M., e' stato sottoposto agli arresti domiciliari per corruzione continuata e detenzione a fine di spaccio di marijuana e cocaina. Secondo l'accusa, dal 2009 al febbraio 2013 avrebbe fornito ai detenuti, in cambio di denaro, una sorta di 'assistenza' che consisteva nell'introdurre in cella alimenti non consentiti, bevande alcoliche, profumi, telefoni cellulari, supporti informatici MP3 e droga. Nell'indagine sono coinvolti anche altri quattro agenti di custodia. M. avrebbe inoltre, garantito a personaggi di vertice dei clan mafiosi la possibilita' di incontrarsi tra loro riservatamente, di avere colloqui telefonici con i familiari oltre il numero massimo consentito, di far avere messaggi ai congiunti e di essere tempestivamente avvisati dell'imminente esecuzione di misure cautelari.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, sono state avviate nel novembre del 2012 dopo l'arresto di un altro assistente capo della polizia penitenziaria, A.R., in servizio a Piazza Lanza, trovato in possesso di un pacco contenente cocaina, marijuana, "pizzini", profumi ed altri oggetti che doveva consegnare ai detenuti. Le dichiarazioni di alcuni pentiti e le intercettazioni hanno permesso di ricostruire una rete di appartenenti alla polizia penitenziaria in servizio presso nelle due case circondariali di Catania, Piazza Lanza e Bicocca, che favorivano i reclusi e specialmente quelli accusati di mafia. Ricevevano in cambio somme di denaro, a volte una tantum e in altri casi con cadenza mensile. E' tra l'altro emerso che Giuliano Gerardo Cardamone , gia' comandante della polizia penitenziaria a Bicocca, sarebbe stato stabilmente a disposizione di esponenti del clan mafioso dei Laudani dai quali veniva mensilmente retribuito. E' indagato per corruzione aggravata dalla finalita' di favorire Cosa nostra. Per altri agenti, il pagamento era "a prestazione" e variava dai 200 ai 300 euro. Per episodi di questo genere sono indagati oltre a M.M. e A. R. anche G.S. (assistente capo della polizia penitenziaria Bicocca, sospeso dal servizio perche' coinvolto nell'operazione "Fiori bianchi"), V.L. (gia' assistente capo della polizia penitenziaria a Piazza Lanza). Il Gip, pur riconoscendo la gravita' dei fatti contestati e la sussistenza di un quadro indiziario solido, ha disposto l'applicazione della misura degli arresti domiciliari solo al M., mentre per gli altri indagati non ha ravvisato esigenze cautelari.

 
 
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