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 ITALIA - ITALIA - Caso Uva, la famiglia presenta esposto in Procura
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22 marzo 2010 11:00
 
L'avvocato Fabio Anselmo, legale dei familiari di Giuseppe Uva, il varesino di 43 anni morto nel 2008, poche ore dopo essere stato fermato dai carabinieri ubriaco per strada, il 14 giugno, in circostanze "da chiarire", presenterà a breve un esposto alla procura di Varese con alcuni "quesiti" sulla "tante anomalie" del caso denunciato, nei giorni scorsi, anche da Luigi Manconi, presidente dell'associazione 'A buon diritto'. Anselmi è l'avvocato della famiglia Cucchi e ad Apcom spiega: "Quello di Stefano è un caso in cui ora, finalmente, sappiamo cosa è accaduto e di chi sono le responsabilità. Per quanto riguarda invece Giuseppe Uva l'accaduto non è ancora chiaro".

Sul caso sono aperti due 'tronconi d'indagine' della procura di Varese: il primo ha portato all'individuazione di due indagati con l'accusa di omicidio colposo, mai rinviati a giudizio, che sono i due medici che hanno avuto in cura Uva al momento del ricovero" all'ospedale della cittadina lombarda e che avrebbero somministrato all'uomo dei farmaci incompatibili con il suo stato di ubriachezza. Il secondo troncone ha portato all'apertura di un procedimento "contro ignoti, un modello 45 che contiene tutto e niente - spiega Anselmi - e è che una beffa per i familiari di Giuseppe Uva, un fascicolo aperto da un anno e mezzo che ha un suono beffardo e nessun senso".

Per questo, aggiunge Anselmi, "noi chiediamo che o le indagini siano fatte sul serio, chiudendo quel fascicolo inutile e lavorando veramente al caso, o che si vada davanti al Gip, che assolverà i medici sostenendo che si è trattato di un caso di autolesionismo. Cosí noi potremo andare davanti alla corte di giustizia europea per chiedere di avere davvero giustizia sostenendo che a Giuseppe lo Stato italiano l'ha negata".

Quanto al fatto che si sarebbe trattato di un caso di 'autolesionismo', Anselmi precisa subito: "Non si puó sempre parlare in Italia di autolesionismo ogni volta che qualcuno muore dopo avere avuto contatti con le forze dell'ordine. In questo caso sono successi atti di una gravità tale da restare allibiti e la famiglia di Giuseppe, che in 21 mesi non si è mai arresa, merita giustizia. Giuseppe non era un delinquente - aggiunge il legale - non era armato, non faceva nulla di male e ancora non si capisce perchè il carabiniere che lo conosceva bene se la sia presa con lui e non con il suo amico, che è stato anche lui fermato e che peraltro non è mai stato sentito dall'autorità giudiziaria in merito a quanto accaduto quel giorno". Secondo Anselmi bisogna partire "da quello che è successo in caserma prima del ricovero": probabilmente, come nel caso Cucchi, c'è stato "un pestaggio". Tant'è che Uva aveva fratture alla colonna vertebrale e lesioni alle parti intime.
 
 
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