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 ITALIA - ITALIA - Cannabis Terapeutica. Scambio di opinioni tra malato di Sclerosi multipla e Dpa
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Notizia 
29 aprile 2011 14:53
 
25 aprile 2011
A Giovanni Serpelloni
Capo Dipartimento Politiche Antidroga - Presidenza Consiglio dei Ministri

Il 29 giugno 2010 una pattuglia di carabinieri perquisiva la mia abitazione, alla ricerca di sostanze stupefacenti, per aver acquistato on-line semi di canapa. Se non hanno trovato piante nè cannabis illegalmente detenuta è solo perchè sono una delle rare persone, l'unico in Puglia per mesi, che è riuscita a superare gli ostacoli e curare legalmente la propria sclerosi multipla con la cannabis medicinale olandese fornitagli dalla Asl. Se invece fossi stato uno dei tantissimi che ancora non c’è riuscito, i carabinieri avrebbero trovato ben altro e certamente la vicenda avrebbe preso tutt'altra piega, come per tutti gli altri pazienti incriminati.
Il riscontro - popolare, mediatico e perfino politico che questa assurda vicenda creò, mi fece comprendere ancor di più quanto fosse necessario fermare la follia del proibizionismo. La perquisizione mi convinse quanto fosse infame, liberticida e pericolosa la legge Fini-Giovanardi. Iniziai a battermi per difendere la mia incolumità e indirettamente, proteggere gli altri miei simili, che sono nelle mie stesse condizioni.  
Dopo la perquisizione mi contattò telefonicamente Giovanardi per esprimermi la sua solidarietà dimenticando che se avevo ricevuto tutto ciò era proprio grazie alla sua legge. Vorrei avere un confronto (anche televisivo) per smontare tutte le sue tesi (come quelle di matrix) che non corrispondono per nulla alla realtà. Ma si vede che il mio alzarmi dalla SAR potrebbe smontarla.
Cordiali saluti.
Andrea Trisciuoglio
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26 aprile 2011
Egregio sig. Trisciuoglio

Grazie delle sue riflessioni anche se le ritengo non condivisibili sia nei toni che nei contenuti. La sua malattia, che per questioni professionali conosco bene, può usufruire sicuramente e positivamente  di farmaci a base di THC e questo la legge da Lei criticata lo prevede chiaramente. Io sono stato uno degli artefici, assieme al sottosegretario Giovanardi (anche se questo le sembrerà strano), a fare in modo che ciò avvenisse.

Altro frangente è invece permettere  la coltivazione domestica non controllata di una pianta il cui principio attivo è in assoluto il più abusato in italia. La sua condizione sanitaria ha bisogno di farmaci che siano però stati sperimentati e preparati da  aziende specializzate che assicurino a lei, come a tutte le persone malate di qualsiasi malattia, che i prodotti che vengono usati siano prima di tutto sicuri, stabili nella composizione ed efficaci. Mi dispiace contraddirla ma il "fai da te" della coltivazione in proprio non può assicurare questo e pertanto è indispensabile assicurare che queste regole vengano sempre rispettate, come faremo per qualsiasi medicinale. Se riflette un momento non troverà nessun altra patologia al mondo che preveda la possibilità in maniera autorizzata di fabbricarsi in casa in maniera artigianale i propri farmaci. Forse troviamo questo approccio nei villaggi dei paesi in via di sviluppo ma non certamente nei paesi industrializzati. E perché questa cosa dovrebbe essere permessa per la Cannabis e non per tutte le altre varie cure che utilizzano farmaci a base vegetale? Mi sembra chiaro che in questa finta battaglia di libertà c'è qualche cosa di poco chiaro.

 Il Dipartimento che dirigo si sta battendo affinchè questi farmaci,  già prescrivibili ed utilizzabili in Italia, possano essere resi disponibili da parte delle Regioni (che hanno facoltà di farlo) gratuitamente a tutti coloro che ne hanno realmente bisogno ma altrettanto fortemente ci stiamo battendo perchè questo bisogno non venga strumentalizzato da quelle organizzazioni che invece utilizzano impropriamente questo bisogno medico, per permettere che altre persone, sicuramente non malate, possano produrre a scopi voluttuari e per puro divertimento (oltre che per proprio profitto) piante non controllate, coltivate e utilizzate non per scopi medici , come nel suo caso, ma esclusivamente per ottenere effetti psicoattivi e alterazioni dello stato di coscienza. Tutto ciò esponendo se stessi e terze persone a rischi e danni per la salute che, come Lei è purtroppo sicuramente in grado di comprendere,   un Stato non puo accettare avvenga addirittura legittimato da una legge che si renda piu tollerante verso l'uso di droghe a mero scopo di divertimento. 
Pertanto io credo fortemente che le persone come Lei debbano avere a disposizione gratuitamente e tempestivamente tutti i farmaci che necessitano compresi quelli a base di THC, verso cui non c'è alcun pregiudizio, ma altrettanto fermamente credo che chi strumentalizza le sofferenze di persone malate per ottenere sconti dalla giustizia al fine di poter drogarsi piu tranquillamente o coltivare le sue piantine magari per farne anche un ricco mercato, debba essere ostacolato e messo in condizioni di non nuocere a se stesso e agli altri.
Personalmente mi sto impegnando con il Ministero della Salute per trovare nuove procedure ancora piu agevolate e semplificate per avere questi farmaci. Comunque sappia che sono le Regioni e la ASL che possono, di propria iniziativa, rendere tali farmaci disponibili e gratuiti e questa non è una scelta che dipende dal Ministero ne tantomeno dal nostro Dipartimento.
Mi dispiace molto di questa sua sofferenza e spero lei possa trarne beneficio da quello che sta facendo. 
Come vede la legge che Lei tanto criticava in realtà è quella che le permette di utilizzare tali farmaci ma, se mi permette un consiglio, non cada nella "trappola antiproibizionista", qui non si tratta di liberalizzare una droga con la scusante dell'uso medico, qui si tratta di due cose ben distinte e che devono essere tenute tali: da una parte di assicurare cure tempestive, efficaci e gratuite alle persone malate che ne hanno veramente bisogno, ma dall'altra di impedire la diffusione e l'aumento di produzione illegale per scopi che non sono medici ma esclusivamente quelli di procurarsi stati alterati di coscienza.
 Credo che ora possa comprendere che strumentalizzare le sofferenze delle persone malate come lei, per ottenere "sconti di giustizia" sia semplicemente disdicevole. Se pensa che le mie parole siano esagerate la prego di dare uno sguardo in internet a tutti quei siti dei negozi che reclamizzano e vendono attrezzature e vari ammennicoli per la coltivazione della cannabis e che tanto si battono per i malati come Lei. Si renderà presto conto che sono tutte offerte ed oggetti indirizzate a persone che certamente non soffrono di sclerosi. Allora sig. Trisciuoglio lei pensa veramente che queste persone e questo organizzazioni si stiano battendo per salute dei nostri malati e per rendere più sicure e facilitate le cure mediche o non le viene il sospetto che si stiano facendo i loro sporchi affari sulla pelle della gente?
Cordiali saluti.
Giovanni Serpelloni
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27 Aprile 2011
Egr. dr. Serpelloni,
grazie della sollecita e cortese risposta. Tenterò di rispondere alle Sue osservazioni con ordine. Innanzi tutto la mia patologia  può usufruire sicuramente e positivamente  degli effetti del THC e degli altri 70 cannabinoidi non psicoattivi presenti nella pianta. Il video proiettato a Matrix mostrava una signora su SAR che fumava proprio una sigaretta di cannabis, nonostante il Suo commento a caldo lo escludesse.

Nel nostro Paese, la legge consentirebbe alle Asl di importare farmaci naturali direttamente dal produttore, ma come Lei ben sa, solo poco più di un centinaio sono i pazienti che sono concretamente riusciti a farlo, in ben 5 anni. Gli ostacoli? la indisponibilità delle direzioni ospedaliere, delle Asl, delle Regioni, del Ministero, dei medici. Tutti si riempiono la bocca della famosa centralità del malato, ma poi quando si tratta di applicare semplicemente la normativa vigente, e di tener conto delle necessità di migliaia di malati, si sceglie di non farlo con mille pretesti. E' vero, io ricevo le infiorescenze medicinali standardizzate dalla mia Asl grazie alla legge nazionale, ma sono una rara mosca bianca, tutti gli altri malati mi chiedono come ho fatto, e di aiutarli per carità.
La cannabis ha agevolato tanto i sintomi della mia sclerosi multipla ma le garantisco che oltre ad aver fatto sparire neuropatia, spasmi e tanti altri sintomi invalidanti sul fisico, mi ha aiutato tanto anche sull'umore (indispensabile per affrontare meglio anche la malattia) e credo che se l'avessi utilizzata anche prima non sarei neanche finito su SAR e non avrei reagito così tanto negativamente alla diagnosi della malattia. Già conoscevo la cannabis (illegalmente reperita) e i suoi benefici, la cannabis auto-coltivata mi creava addirittura migliori benefici di quella per me importata dall'Olanda. Allora penso che la salute è la mia e la vorrei gestire io senza intrusioni, minacce e ritorsioni da parte dello Stato, e senza vedermi piombare in casa 5 carabinieri all'alba. E garantisco che ci sarebbe un conseguente risparmio da parte della sanità, non le parlo dei costi del proibizionismo e dei suoi tanti "effetti collaterali". Potrebbe non finire più questa e-mail. Vorrei far inoltre presente che mi agevola anche per il banalissimo mal di testa, mentre su molte donne è efficace p.es. per i dolori del ciclo mestruale. Questo intendo come terapeutica. Non si deve arrivare su SAR, o essere un malato terminale, o soffrire di dolori fortissimi e cronici, per affermare il diritto alla salute. Sapendo che conosce bene l'inglese, Le propongo la lettura in lingua originale di questa sentenza sulla incostituzionalità della legge antidroga Canadese, che tuttora ostacola l'accesso alla terapia da parte dei malati. Il Canada prevede ampio accesso dei malati alla cannabis medicinale previa prescrizione medica e registrazione, ed è incomparabilmente più avanti come civiltà giuridica rispetto a quella del nostro Paese, ma un malato rischiava una condanna.  (Fonti: Reuters 13 Aprile 2011, Winnipeg Free Press 14 Aprile 2011)
 
Non è giustificabile da alcun punto di vista, prevedere il carcere per chi utilizza a proprio beneficio ciò che si coltiva, per di più smettendo di finanziare le mafie. Non c'è niente di poco chiaro, chiediamo semplicemente che, finchè anche ad un solo malato verrà di fatto impedito di fruire legalmente di questa terapia, la coltivazione "fai da te" per uso personale, pur restando una fattispecie di reato, nello specifico caso venga considerata non punibile. E' un principio di umanità, civiltà e buon senso, di poco chiaro ci sono solo gli interessi che stanno dietro la criminalizzazione dei cittadini che decidono di coltivarsi il proprio fabbisogno nonostante la legge favorisca acquisti continui al mercato nero, e punisca severamente chi si produce la medesima quantità. Quegli occulti interessi non tengono in alcun conto, le necessità dei malati.
Mi scuserà se, da difensore dei diritti civili e seguace della non-violenza, cito il Mahatma Gandhi: "La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo."
 
Non è chiaro chi potrebbe utilizzare impropriamente il bisogno medico dei malati, per permettere che altre persone, sicuramente non malate, possano produrre a scopi voluttuari e per puro divertimento (oltre che per proprio profitto) piante non controllate. Nè chi possa strumentalizzare le sofferenze di persone malate per ottenere sconti dalla giustizia al fine di poter drogarsi piu tranquillamente o coltivare le sue piantine magari per farne anche un ricco mercato. Chiediamo che non esista più il reato di coltivazione casalinga ad uso terapeutico personale, convinti, come siamo, che se un diritto c'è debba esserci per tutti e non solo per alcuni.
Io do la stessa risposta di Luca Coscioni a chi, come lei sta facendo con me, lo accusava di essere strumentalizzato: STRUMENTALIZZATECI TUTTI!!! Perchè ne siamo 58.000 in Italia con sclerosi multipla, un nuovo caso ogni 4 ore. Quindi con un po' di "eccessiva modestia" le rispondo "siamo tutti Andrea Trisciuoglio". Avrei desiderato conoscere anche prima i benefici della cannabis. Grazie a questo oscurantismo ascientifico lo si può conoscere solo grazie alle associazioni di medici e pazienti che ci informano.
Apprezzo che Lei si stia  impegnando con il Ministero della Salute per trovare nuove procedure ancora piu agevolate e semplificate per avere questi farmaci, un tavolo tecnico di confronto con le associazioni sarebbe dovuto partire già da anni, le rinnoviamo la disponibilità al confronto anche in questa occasione.

Andrea Trisciuoglio
Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
 
 
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