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Le promesse di Caivano e la realtà. Droghe e non solo
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1 settembre 2023 11:04
 
 
A Caivano "lo Stato ha fallito", ma "in tempi brevi ci sarà una bonifica radicale", dice la premeir Giorgia Meloni, provando a tracciare il futuro del Parco Verde, il quartiere maledetto della camorra, dello spaccio e dello stupro delle due cuginette (Ansa).

La pronuncia è fatta col cipiglio delle grandi occasioni e, in linea di massima, non avremmo dubbio che dalle parole si passi ai fatti.
Chi si è presa questo impegno, però, è il capo del governo che alle scorse elezioni ha vinto perché si era impegnata:
- per la diminuzione delle accise sulla benzina
- per il calo delle tasse
- per l’aumento delle pensioni minime ad almeno 1.000 euro
- per il reddito/pensione alle casalinghe
- l’abolizione del canone della Rai
- il blocco degli arrivi dei migranti
… questi gli impegni più evidenti e popolari.

E fin qui, siamo nell’ambito del consueto sport delle promesse elettorali, fatte da chi non ha dimestichezza col governare e che, una volta che è dentro, se ne rende conto, fa il contrario e, spesso, propaganda questo contrario come fosse la realizzazione delle promesse (1).

Ma il caso di tutti i Caivano, è più complesso. C’è un macigno: la delinquenza organizzata, quella che, in quella cittadina come in tutto il mondo, prolifera molto col narcotraffico e lo spaccio.

Immaginiamo che la premier abbia considerato questo e, valutate le sue politiche sulle droghe illegali, intende far presidiare il territorio 24h con le armi? E, ammesso che questo presidio dia un qualche risultato, fino a quando e quanto? A noi vengono in mente alcune periferie di Marsiglia o Rio de Janeiro (per citarne alcune clamorose, e senza escludere alcuni quartieri di diverse città italiane), dove, applicate politiche del genere, nulla è cambiato, tutto è peggiorato e le forze dell’ordine non ci mettono neanche piede.

Le soluzioni per la “bonifica radicale” della premier non sono facili. Ma ci sembra impossibile avviarle se non si prende in considerazione di riformare le leggi che oggi consentono alla criminalità organizzata di gestire monopolisticamente il narcotraffico e lo spaccio. Si dovrebbe mettere sotto il controllo della legge il loro business e farlo entrare in concorrenza con lo Stato, almeno all’’inizio, ché, andando avanti, l’illegalità non converrà: criminalità  come queste proliferano in assenza di legalità e vanno verso l’estinzione se dovessero mettersi a convincere i consumatori che i loro prodotti sono migliori di quelli legali. 

E’ possibile che la premier non consideri questa analisi/realtà, essendo sua priorità molto conclamata la creazione di un “mondo in cui le persone non abbiano bisogno di consumare droghe”. Ma, a parte la contraddizione che oggi le droghe più mortali, legali (tabacco e alcol), sono da lei accettate e promosse anche come fiore all’occhiello, il mondo va altrove. Un altrove che, se non affrontato con l’accettazione delle diversità individuali, ha già distrutto tutto, anche i sogni della premier.

1 - Qui un esempio molto eclatante

Qui il video sul canale YouTube di Aduc
 
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