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Il proibizionismo non funziona? La soluzione di Colombia e Brasile: più proibizionismo
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Articolo di Pietro Yates Moretti
22 ottobre 2009 11:32
 
Si potrebbero definire gli irriducibili, i guerrieri della droga che combattono oltre ogni speranza. Mentre le organizzazioni criminali crescono grazie ai proventi del mercato nero della droga, e mentre gruppi terroristici crescono grazie al proibizionismo e diventano una minaccia per interi Stati, i presidenti della Colombia e del Brasile annunciano guerra a oltranza. Forse perché il proibizionismo sta funzionando? Ovviamente no, neanche gli irriducibili potrebbero crederci davvero. E allora perché? Perché sì! Leggere per credere...

I presidenti brasiliano e colombiano, Luiz Inácio Lula da Silva e Alvaro Uribe, hanno dichiarato che i loro governi sono schierati contro la depenalizzazione delle droghe, aggiungendo che una lotta più efficace contro il consumo di stupefacenti è uno dei requisiti per sconfiggere il traffico di droga.
Nel corso di un meeting della Industry Federation (FIESP) a Sao Paulo, entrambi i presidenti hanno convenuto che il consumo di droga nei Paesi sviluppati rende la lotta al traffico di stupefacenti più difficile in Brasile e Colombia.
Nel suo discorso di chiusura, Uribe ha ribadito le sue critiche ai sostenitori della depenalizzazione della droga ed ha ipotizzato che la legalizzazione dell'uso personale potrebbe essere in qualche modo utilizzata come giustificazione per lo spaccio di droga.
"In Colombia abbiamo un fenomeno nuovo, il 'micro-traffico'. Al momento, la violenza è stata provocata da piccoli gruppi, perché i grandi gruppi sono in gran parte indeboliti ", ha affermato.
Dal canto suo, il presidente brasiliano ha espresso parere analogo nel corso di una conferenza stampa. Gli è stato chiesto se era d'accordo con l'ex-presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso, il quale sostiene che il consumo di marijuana dovrebbe essere legalizzato. "Non credo che la legalizzazione della droga risolverà il problema del consumo. Se i Paesi ricchi avessero una politica più rigida nei confronti dei consumatori, sarebbe più facile ridurre il consumo di droga nel mondo", ha detto Lula da Silva.
Il Presidente brasiliano ha inoltre sottolineato di aver proposto ai suoi colleghi dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasul) di creare un Consiglio contro il traffico di droga. Lo scopo é intensificare le azioni coordinate e conquistarsi autorità morale per esigere che i Paesi ricchi si mobilitino contro il consumo di droghe. "Dobbiamo essere più severi, dobbiamo impedire alle persone di consumare stupefacenti; dobbiamo lanciare un programma educativo. Ogni giorno siamo spinti a credere che lotta contro il traffico di stupefacenti sia una causa persa, ma non possiamo rinunciarci."
Il presidente Lula ha poi commentato i gravi fatti di violenza avvenuti a Rio de Janeiro il passato fine settimana: 15 persone sono state uccise nel corso di un conflitto tra spacciatori e polizia. Il Presidente ha condannato l'uccisione di poliziotti e di persone innocenti ed ha sottolineato che il suo governo ha offerto tutto l'aiuto necessario alle autorità di Rio de Janeiro.
A suo parere, si dovrebbero fare più investimenti nelle favelas (quartieri poveri, ndr) a Rio, al fine di migliorare l'istruzione, la cultura e tutto ciò che potrebbe rappresentare una più forte presenza dello Stato. 
 
 
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