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Narcos paramilitari ed ex-presidente colombiano. Nuove rivelazioni
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Articolo di Redazione
22 agosto 2012 10:10
 
L'ex-presidente Alvaro Uribe si ritrova al centro di una polemica in Colombia dopo le confessioni del suo capo della sicurezza che ha riconosciuto di aver aiutato e protetto le milizie paramilitari di estrema destra, e narcotrafficanti, AUC durante il suo mandato.
Uribe, sostituito alla guida della Colombia nel 2010 dal suo ex-ministro della Difesa Juan Manuel Santos dopo due mandati di quattro anni, e' rimasto molto popolare per la sua politica di fermezza nei confronti della guerriglia.
Nel contempo il suo governo e' stato molto criticato per le violazioni dei diritti dell'uomo da parte dell'esercito, accusato di migliaia di esecuzioni extra-legis, ma soprattutto per i legami intercorsi tra la propria maggioranza politica e le milizie paramilitari di estrema destra, dissolte tra il 2003 e il 2006.
Lunedi' 20 agosto Mauricio Santoyo, un generale di polizia in pensione incaricato della sicurezza di Uribe tra il 2002 e il 2006, ha riconosciuto di aver aiutato e protetto tra il 2001 e il 2008 i paramilitari di estrema destra AUC.
Queste confessioni allungano la lista gia' ben fornita di ex-collaboratori o alleati politici di Uribe implicati in scandali e complicita' coi paramilitari. Dopo questo annuncio, l'ex-presidente ha moltiplicato dichiarazioni e messaggi in Twitter per giocare la carta della buona fede ed evitare di essere coinvolto in questa nuova vicenda.
“Spero che il generale Santoyo dira' al giudice se ha percepito un qualche cattivo esempio o anche una semplice insinuazione da parte dei suoi superiori, dai ministri o da me stesso”, ha scritto Uribe su Twitter.
Ma per il parlamentare dell'opposizione di sinistra Ivan Cepeda, queste nuove rivelazioni rendono “indiscusso il fatto che tutto l'entourage di Uribe era legato ai paramilitari”. “A questo livello di responsabilita', e' molto difficile credere che Uribe era una sorta di passante distratto nel palazzo del governo”. Il deputato ricorda anche il caso di Jorge Noguera, l'ex-direttore dei servizi d'informazione (DAS, oggi sciolti) condannato per omicidio e complicita' coi paramilitari, e Mario Uribe, ex-presidente del Senato e cugino di Alvaro, condannato per i legami con le milizie di estrema destra.
Tuttavia gli osservatori fanno notare che l'ex-presidente dovrebbe ancora una volta essere risparmiato dalla giustizia. “Non sembra che egli sia direttamente coinvolto nel breve tempo. Egli ha una grande simpatia nella societa' e questa lo protegge. Nel contempo esistono numerose persone che devono a lui dei favori, complicita' che lo proteggono”, cosi' scrive il politologo Fernando Giraldo dell'Universita' Javeriana di Bogota'. Inoltre, secondo Giraldo, il numero di persone e dei settori che sono complici dei paramilitari e' tale che nessuno ha interesse perche' la scatola di Pandora sia aperta.
Le milizie di estrema destra sono state costituite negli anni '80, ufficialmente per difendere i proprietari terrieri contro la guerriglia di sinistra. Esse hanno poco a poco controllato pezzi di territorio colombiano con la complicita' dell'esercito ed hanno assassinato migliaia di civili.
Ad oggi una ventina di responsabili politici sono stati condannati per i loro legami con le milizie, e un altro centinaio sono sotto inchiesta. Se non sara' la vicenda dei legami coi paramilitari, ci potranno essere altri dossier che, nei prossimi mesi, riguarderanno Alvaro Uribe.
Due dei suoi ex-collaboratori piu' prossimi, Maria del Pilar Hurtado, ex-capo dei servizi segreti rifugiata a Panama, e l'ex-segretario della presidenza Bernanrdo Moreno, sono sotto inchiesta per le intercettazioni illegali del DAS, nel periodo del suo governo, contro dei magistrati della Corte suprema, membri dell'opposizione e giornalisti.
Una camera d'accusa del Congresso ha avviato un'inchiesta dal 2010 su una eventuale responsabilita' in questa vicenda di Alvaro Uribe medesimo.
(AFP)
 
 
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