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Messico. Villoro: cominciamo a discutere come legalizzare le droghe
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Articolo di Rosa a Marca
14 giugno 2007 11:41
 
Lo scrittore messicano Juan Villoro (1956) sostiene che la soluzione diretta e immediata contro il narcotraffico sarebbe quella di legalizzare le droghe e avere un rapporto culturale regolato con gli stupefacenti.
Al termine della conferenza magistrale tenuta alla Escuela de Musica del Rock a la Palabra, davanti a cinquanta studenti, Villoro, in un'intervista a Notimex ha detto con chiarezza che la legalizzazione delle droghe "e' un tema che si dovrebbe per lo meno cominciare a discutere". L'autore di Safari accidental, Autopista sanguijuela e Tiempo transcurrido pensa che non debbano essere legalizzate necessariamente tutte le droghe, "ma vedere quali e in che modo". "Credo che il grosso problema che abbiamo in Messico sia, da un lato quello della narcoviolenza e, dall'altro, il consumo che, dall'11 settembre (del 2001, dopo l'attacco alle torri gemelle) e' aumentato, poiche' la frontiera con gli Stati Uniti e' rimasta chiusa abbastanza". Bisognerebbe quindi agire sia sulla tossicodipendenza sia sulla violenza. Sostiene che e' da irresponsabili non prevedere la possibilita' di legalizzare le droghe e quindi interrompere un certo mercato. Dovrebbe essere fattibile legalizzare le sostanze naturali, come la marijuana, il cui uso terapeutico per malati di cancro e gia' autorizzato negli Stati Uniti. Oppure, restando in Messico, ci sono delle piante autoctone come alcuni funghi o il pellote che fanno parte dell'esperienza delle comunita' indigene, le quali hanno sempre saputo come trattarle. Villoro, che e' anche sociologo presso l'Universita'' Autonoma Metropolitana (UAM), sostiene che "la societa' del futuro non puo' essere una societa' dove molta gente vuole drogarsi e cio' sia criminalizzato". Se si vuole risolvere il problema "c'e' da fare una grande discussione nazionale sulla depenalizzazione con medici, rappresentanti delle comunita', avvocati, criminologi; e' un cammino di costruzione sociale". Nella sua conferenza lo scrittore si e' riferito alla grande quantita' di droga coltivata e prodotta in Messico "e ovviamente non si puo' pensare che tutto il traffico di droga sia sfruttabile; la soluzione sarebbe legalizzare le droghe e avere un rapporto culturale regolato con le droghe". Ha spiegato che le sostanze consumate negli Stati Uniti sono fornite da criminali che vivono in Messico, ma "e' solo in Messico che vengono perseguiti; la soluzione diretta sarebbe regolamentare". Ha aggiunto che le popolazioni indigene potrebbero dare una grande lezione al riguardo. "Esse ci hanno dimostrato che si puo' convivere con le droghe d'uso rituale, d'uso culturale, senza distruggere la comunita'; li' c'e' un messaggio molto importante per il futuro che ha a che vedere con il passato, questi sono i giorni del futuro passato". Ha riconosciuto che la droga ha causato vittime terribili nel mondo della musica rock, come Jim Morrison e Janis Joplin. "La droga e' stata distruttiva per la gente che ne ha abusato, ha avuto dei sopravvissuti storici come i Rolling Stones". Villoro, nella sua veste di giornalista, ha commentato come il messaggio dell'amore libero propugnato dal movimento rock sia "sfociato in una societa' tremenda dove esiste l'Aids e dove il sesso, o e' responsabile o puo' essere letale". "Lo stesso come il messaggio andiamo in campagna, che si e' tradotto in un pianeta dal surriscaldamento globale, dove la campagna sta soffrendo quanto le citta' per le piogge acide" "Allora, quello che vogliamo cambiare attraverso la musica s'immette in un orizzonte diverso, come il nostro, piu' complicato, con piu' responsabilita', con piu' liberta', ma che sono liberta' parzialmente limitate, giacche' non e' questa l'epoca delle liberta' totali che si cercavano con il rock".
 
 
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