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La legalizzazione di marijuana in Uruguay coinvolge tutta l'America Latina, e non solo
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Articolo di Redazione
24 giugno 2012 16:53
 
Il Governo dell'Uruguay, guidato da José Mujica, ha presentato lo scorso giovedi' un progetto di legge per la legalizzazione, regolata e controllata, di produzione e commercializzazione della marijuana, con alla base un monopolio di Stato, a differenza di cio' che avviene in Olanda, dove le autorita' concedono che si venda marijuana nei coffee-shop autorizzati. La proposta ha sollevato critiche non solo tra gli oppositori e associazioni che si dedicano al recupero dei tossicodipendenti in Uruguay, ma anche in tutta la regione si e' cominciato a discutere sul fallimento di quaranta anni di guerra al narcotraffico.
“Dalla vendita illegale di questa droga si ricavano 75 milioni di dollari ogni anno (circa 47 milioni di euro) nel nostro Paese”, dice il ministro uruguayano della Difesa, Eleuterio Huidobro. Un Paese in cui 150.000 persone, quasi il 5% della popolazione, ne fa uso frequente. “Questo denaro viene riciclato attraverso i servizi finanziari e va alle banche. Questa tragica combinazione di corruzione si sta diffondendo in grande scala in Mexico, Honduras, Guatemala e ora anche in Equador e Brasile. Chiediamo che non succeda altrettanto nel nostro Paese”.
L'Uruguay e' uno dei pochi Paesi latinoamericani in cui il consumo di droghe non e' un reato penale, la legge si rifa' al giudizio di un giudice rispetto alla quantita' di droga che una persona possa detenere senza essere considerato trafficante. Alcuni progetti di legge di diversi partiti chiedevano la legalizzazione della coltivazione in proprio della marijuana, ma il Governo di Mujica li ha respinti perche' impedivano di fatto il controllo statale sulla distribuzione e avrebbero potuto trasformare il proprio Paese in un centro regionale della marijuana. Al contrario, il nuovo progetto di legge di questo politico di sinistra considera che lo Stato controlli la produzione, che sara' nelle mani degli agricoltori, e la distribuzione di cannabis. Il Governo prevede iniziative anche per coloro che ne diventassero dipendenti. In questo modo, quindi, evita che i consumatori vadano ad acquistare marijuana dai narcotrafficanti che vendono anche ecstasy, cocaina e pasta di base, molto consumata dai giovani poveri.
L'Uruguay intende usare la legalizzazione della marijuana come asse della propria politica estera.. Il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha respinto l'iniziativa quando, nell'ultimo Cumbre de las Americas dello scorso aprile nel proprio Paese, aveva perorato il dibattito sull'efficacia della dottrina proibizionista delle droghe lanciata dagli Usa nel 1971 nella regione. “Se un Paese legalizza e un altro non lo, si produce un differenza negativa. L'ideale e' avere una posizione comune”.
Nella Cumbre de la Americas aveva paventato una via intermedia tra il proibizionismo e la depenalizzazione totale del consumo. Nello stesso incontro, altri capi di Stato appoggiarono la sua apertura al dibattito: Costa Rica, Guatemala (che arrivo' a proporre la legalizzazione del commercio di stupefacenti in Centroamerica). El Salvador, Honduras e Nicaragua rigettarono la proposta di Perez Molina. Il presidente Usa Obama si mostro' favorevole al dibattito, ma fu implacabile nel negare la legalizzazione.
Il presidente del Guatemala appoggia Mujica, mentre e' contrario il ministro degli Interni del Venezuela perche' crede che la politica sulle droghe si debba incentrare sulla prevenzione del consumo.
Sono gia' quattro anni che tre ex-presidenti latinoamericani -il brasiliano Fernando Henrique Cardoso, il messicano Ernesto Zedillo e il colombiano Cesar Gaviria- sostengono la depenalizzazione del consumo di droghe in generale e la legalizzazione della marijuana.
Sono diversi i Paesi che stanno studiando come modificare le legislazioni. La Bolivia si e' fatta sentire anche in sede Onu perche' sia ritirata la foglia di coca dalla lista delle sostanze sotto il controllo internazionale. In Brasile c'e' un progetto di legge in Parlamento per la depenalizzazione totale del consumo, dopo che tra il 2002 e il 2006 le pene detentive sono state modificate in provvedimenti educativi e servizi utili alla comunita'. La Costituzione dell'Equador del 2008 ha depenalizzato il consumo, ma non c'e' una legge che lo regolamenti. In Mexico, i candidati presidenziali Enrique Pena Neto e Josefina Vazquez Mota chiedono di invertire la legge del 2009 che aveva depenalizzato il possesso di quantita' minime. L'Argentina ha cominciato da un anno a dibattere nel suo Parlamento vari progetti di legge di depenalizzazione del consumo, dopo che nel 2009 la Corte Suprema dichiaro' incostituzionale la norma che penalizzava chi faceva uso di droghe in luoghi privati.
Nel frattempo, è sempre più comune incontrare persone che in luoghi pubblici fumano marijuana, da uno stadio di calcio alla piattaforma di un treno. E' chiaro che nessuno specialista si preoccupa del consumo lucrativo che se ne fa nella classe media, contrapponendolo alla violenza di strada dei quartieri poveri che provoca dipendenza alla pasta di base della cocaina.

(articolo di Alejandro Rebossio, pubblicato sul quotidiano El Pais del 23/06/2012)
 
 
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