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Italia. Quando l'antidroga rischia di oltrepassare il limite del lecito
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Articolo di Donatella Poretti
14 aprile 2004 16:56
 
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di 26 carabinieri e di un magistrato. Capi di imputazione: associazione per delinquere, traffico di stupefacenti e peculato per fatti che risalgono al periodo che va dal 1991 al 1997.
La notizia e' che tra gli indagati ci sono: il comandante dei Ros Giampaolo Ganzer, l'allora ufficiale dell'Arma e oggi al Sisde Mario Obinu e il sostituto procuratore alla Dda di Brescia, Mario Conte, allora magistrato a Bergamo.
L'accusa e' pesante: importazione e raffinazione di stupefacenti in grande quantita'; appropriazione di 500 milioni di lire omettendo di documentare la destinazione; sequestro di 65 chili di droga, in seguito "spariti" ma per l'accusa immessi nel mercato. Ma attenzione il punto di partenza delle operazione contestate era legale: utilizzare agenti sotto copertura da infiltrare nelle organizzazioni internazionali del narcotraffico. Il problema, e quindi l'ipotesi di accusa, e' che la norma legale e' stata forzata fino al punto di diventare una sorta di "permesso" per attivita' illecite.
Se si e' arrivati solo oggi ad una richiesta di rinvio a giudizio delle pm Daniela Borgonovo e Luisa Zanetti, coordinate dal procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici, e' per un complicato iter che ha visto le carte passare da Brescia, poi a Milano, quindi a Bologna e solo dopo una pronuncia della Cassazione e' stata stabilita la sede milanese. Nel frattempo erano scaduti i termini per proseguire l'attivita' istruttoria, e per alcuni reati contestati e' stata chiesta l'archiviazione. Sara' il Gip Andrea Pellegrino, che nei prossimi giorni fissera' l'udienza preliminare per stabilire se gli imputati verranno sottoposti a processo.
Nel chiedere il processo la Procura di Milano -riporta il quotidiano La Stampa- scrive: "Il Ros instaura contatti diretti ed indiretti con rappresentanti di organizzazioni sudamericane e mediorientali, dedite al traffico di stupefacenti, ne' alla loro identificazione, ne' alla loro denuncia". "Ordina quantitativi di stupefacente da inviare in Italia, versando il corrispettivo con modalita' non documentate e utilizzando anche denaro ricavato dalla vendita dello stupefacente"; un comportamento che ha il profilo dell'"istigazione ad importare droga". "Il Ros prende in carico lo stupefacente al suo arrivo in Italia omettendo ogni doverosa attivita' di controllo; lo trasporta e lo detiene anche per lunghi periodi di tempo, talvolta lasciandolo nella disponibilita' indisturbata dei trafficanti". Di piu' il Ros arriva anche ad "installare laboratori per la raffinazione della droga", a "cercare acquirenti, attraverso mediatori pagati" e ad "istigare all'acquisto".
Le motivazioni? Qualcuno potra' avere agito per denaro e per tornaconto personale, ma la Procura ipotizza che la molla per tutti sia stata quella del conseguimento di "rapide progressioni di carriera", sia per i militari dei carabinieri che per il magistrato. "Con Obinu e Ganzer" il sostituto procuratore Conte "promuove, costituisce, dirige, organizza l'associazione a delinquere; ne delinea il modus operandi; gestisce la collaborazione dei trafficanti, agevolandone l'attivita' anche durante i periodi di detenzione; fornisce un contributo rilevante con direttive e provvedimenti, partecipando personalmente, in piu' occasioni, ad interventi operativi".

Mario Conte, fin dall'inizio delle indagini non ha voluto commentare le prime notizie. All'epoca si limito' a diffondere un comunicato nel quale precisava solo che i processi si fanno nelle aule giudiziarie e non in altri luoghi, e tanto meno sui giornali. Il generale Ganzer si era espresso sull'inchiesta definendola una colossale montatura e ribadendo che le operazioni antidroga dei Ros si sono svolte utilizzando agenti provocatori e consegne controllate, sempre nei limiti imposti dalla legge.
Oggi con un'interpellanza presentata al Senato, Francesco Cossiga, chiede al Governo di procedere all'allontanamento del generale Ganzer dal comando dei Ros, mentre ironizza sulla richiesta dei magistrati milanesi, giudicandola "ingenerosa" "dopo il servilismo ai limiti della legalita' penale e disciplinare dimostrato dal generale Ganzer nei confronti della istituzione giudiziaria, anche contro suoi colleghi d'Arma e di grado, nei cui confronti ha anche operato con spregiudicata iattanza arresti poi giudicati arbitrari dall'autorita' giudiziaria in sede giudicante e di cui successivamente chiedero' che venga necessariamente e doverosamente chiamato a risponderne".
Per Cossiga, la sospensione del generale dal servizio e la sua rimozione dal comando dei Ros, in attesa di provvedere alla loro soppressione, servirebbe a "tutelare il prestigio dell'Arma e a smentire che i privilegi accordati a detto ufficiale generale, con trattamento ben diverso da quello usato verso suoi parigrado, sia dovuto alla protezione di cui gode da parte del noto ufficiale, generale per sentenze e decisioni degli organi di giustizia amministrativa, Gen. di C.A. CC Vittorio Savino, che si dice essere il consigliere 'a secretis' del presidente del Consiglio dei ministri".

Ci fermiamo qua, anche perche' occorre ripeterlo si tratta di un rinvio a giudizio, che in caso potrebbe portare ad un processo, in cui sappiamo bene si e' innocenti fino a che non venga dimostrato il contrario.
 
 
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