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Italia. Droghe, crisi di governo e nuovo governo. Tempi duri e difficolta' maggiori
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Articolo di Vincenzo Donvito
25 gennaio 2008 15:30
 
Mentre scriviamo mancano poco piu' di 26 giorni e 9 ore al secondo compleanno della legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Una delle leggi piu' repressive nel mondo occidentale contro il consumo ed il mercato delle droghe illegali. Era il 21 febbraio 2006 quando il Parlamento approvo' la legge di riforma sulle tossicodipendenze, modificando in fase di conversione un decreto legge per assicurare il corretto svolgimento delle olimpiadi invernali di Torino. L'opposizione di centro-sinistra in Parlamento mostro' tutto il proprio disappunto, sconcerto, rabbia e annuncio' dura battaglia. Quando poi il centro-sinistra e' diventato maggioranza ed ha governato l'Italia, il programma elettorale e di governo prevedeva anche uno specifico intervento di modifica (1). In quasi due anni non e' successo nulla e, caduto oggi il Governo, possiamo solo dire che, a buona ragione, quella legge potrebbe essere rinominata come Fini-Giovanardi-Prodi (2), con la beffa che il Governo Prodi e' stato quello che l'ha attuata perche' l'ha gestita per quasi due anni a differenza dei pochi mesi in cui quella legge fu tale durando il Governo Berlusconi che l'aveva fatta approvare.
I ragazzi continuano ad essere perseguiti quando si fanno uno spinello, i malati di tossicodipendenza continuano ad essere considerati delinquenti, lo spaccio per strada continua ad essere fonte di reddito per i disgraziati del terzo e quarto mondo che entrano nel nostro Paese (regolari o meno che siano e' irrilevante), le varie polizie continuano ad impiegare il loro tempi per star dietro a questa micro-criminalita' e ai ragazzi che si fanno gli spinelli piuttosto che dedicarsi maggiormente alla malavita organizzata che gestisce e prolifica sul narcotraffico.
Chi ha voluto l'attuale legge brindera' il giorno del suo secondo compleanno, cosi' come hanno fatto nell'aula del Senato per la caduta del Governo Prodi: potra' dichiarare di aver vinto anche su questo fronte. La ex-maggioranza di centro-sinistra ha avuto due anni per modificare la legge che considerava nefasta, ma non lo ha fatto, riconsegnandola ai suoi sostenitori con piu' rodaggio e piu' esperienza si' da, probabilmente, farla meglio applicare ed evitare che si modifichi in senso non punizionista.
Ora noi, e chi con noi condivide un approccio diverso alle questioni droghe e tossicodipendenza, restiamo col cosiddetto cerino in mano, a far da testimoni al funerale del cambiamento. Le mafie dei narcotrafficanti, che non sono ne' di destra ne' di sinistra, ringraziano il Governo che e' stato, quello che fu e, probabilmente, quello che sara'. Qualunque Governo che verra' avra' altre priorita' e, quand'anche fosse dato un qualche ascolto a chi sta cercando di far capire il dramma umano e politico del probizionismo sulle droghe, sappiamo gia' che al massimo ci si dara' una pacca sulle spalle e sara' "grassa" se ci consentiranno di continuare a scrivere in materia senza accusarci di istigare alla disobbedienza delle leggi e al consumo di droghe illegali.
Tempi bui, piu' bui di quelli che sono gia' stati, si avvicinano. Prepariamoci a "tenere duro" per continuare col nostro servizio di denuncia e informazione.

(1) "Educare, prevenire, curare. Non incarcerare. Per le tossicodipendenze non servono né il carcere né i ricoveri coatti. Lavoro, diritti e crescita camminano insieme. Alla tolleranza zero bisogna opporre una strategia dell'accoglienza sociale per la persona e le famiglie che vivono il dramma della droga, a partire dalla decriminalizzazione delle condotte legate al consumo (anche per fini terapeutici) e quindi dal superamento della normativa in vigore dal 1990. Occorre un reale contrasto dei traffici e la tolleranza zero verso i trafficanti. È necessario rilanciare il ruolo dei SerT e dei servizi territoriali che in questi cinque anni sono stati sistematicamente penalizzati dai tagli alla spesa sociale; senza imporre un unico modello e salvaguardando il pluralismo delle comunità terapeutiche, queste dovranno essere messe in rete con il servizio pubblico a cui spetta la diagnosi della dipendenza. Vanno sostenuti quanti, con approcci culturali e metodologie differenti da anni sono impegnati a costruire percorsi personalizzati e perciò efficaci di prevenzione, cura e riabilitazione considerando le strategie di riduzione del danno come parte integrante della rete dei servizi. Il decreto legge del governo sulle tossicodipendenze deve essere abrogato." (pp.186-187)
(2) Qui la cronaca di questi due anni di non-azione del Governo:
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