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Iran. Guerra alle droghe: tre decadi di fallimenti
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Articolo di Meysam Aqakhanlu
1 febbraio 2008 14:38
 
Nel tentativo di fermare il commercio illecito di droghe, il governo del presidente Mahmoud Ahmadinejad ha ripreso alcuni dei metodi punitivi in vigore agli inizi della Rivoluzione Islamica. Ma le campagne punitive ne' quelle preventive sembrano funzionare.
Il numero dei tossicodipendenti e' molto variabile. Il generale Esmail Ahmadi-Moqaddam, capo delle forze dell'ordine, ha dichiarato che le stime ufficiali riportano 1,2 milioni di tossicodipendenti e 700 mila consumatori di droghe leggere. Secondo alcuni parlamentari ed esperti il numero si aggirerebbe sui 4 milioni i primi, e 2,5 i secondi. Secondo altre stime i tossicodipendenti sarebbero 9 milioni.
Facendo la media, si potrebbero ipotizzare 6,5 milioni di tossicodipendenti, ossia 26 milioni di persone con un familiare coinvolto, (ipotizzando un nucleo familiare composto da quattro persone).
Una recente ricerca del Parlamento ha stimato che il costo annuale per combattere le droghe e curare i tossicodipendenti si aggira sugli 11 miliardi di dollari Usd (10 miliardi di toman), l'equivalente del 10% del Prodotto Interno Lordo.
Il Governo ha lanciato negli ultimi due anni e mezzo diverse iniziative antidroghe, elogiate anche da alcune organizzazioni internazionali, tra le quali le Nazioni Unite. Ma oltre al costo, le strategie adottate hanno visto cadere sul campo 3.500 uomini, tra soldati e poliziotti. E la fine ancora non si vede.
Nelle politiche antidroghe ci sono stati alcuni successi. Venti anni fa, i tossicodipendenti erano considerati criminali e condannati a lunghe detenzioni e a centri di riabilitazione. Pattuglie di guardia alle intersezioni delle citta' potevano arrestare chiunque fosse sospettato di essere un tossicodipendente, ed erano molte le esecuzioni di spacciatori. In quegli anni, le prigioni erano affollate di tossicomani, ma sempre piu' persone si avvicinavano alle droghe.
Le autorita' decisero allora di cambiare strategie. Tra il 1997 e il 1998 i tossicodipendenti cessarono di essere considerati criminali e diventarono dei malati. Vennero lanciate nuove campagne antidroghe piu' professionali, che presero il prosto dei vecchi strali religiosi, secondo i quali i tossicodipendenti finivano all'inferno, i pattugliamenti tolti e i consumatori occasionali non furono piu' arrestati. Con il pericolo del virus dell'Hiv-Aids, inizio' la distribuzione di siringhe nuove per prevenire la diffusione del virus, fu reso disponibile il metadone.
Ma si e' visto un cambiamento anche all'interno del regime. Prima, per le autorita' religiose la diffusione del numero di tossicodipendenti dipendeva dalla politica occidentale che "annichiliva i giovani rivoluzionari iraniani", poi si e' iniziato ad accettare che il problema ha radici "interne", come ad esempio la disoccupazione.
All'inizio degli anni della presidenza di Mohammad Khatami, 1997-2005, i giornali rivelarono che c'erano alcune proposte avanzate da esperti che invitano ad un controllo sul passaggio delle droghe attraverso il Paese, ritenendo questo un metodo efficace per fermare il mercato interno illegale e lo spaccio nelle strade.
L'associazione non governativa "Association of Unknown Addicts", che provvede al sostegno psicologico di circa 800 mila tossicodipendenti e familiari, e' un esempio di iniziativa sorta sotto il governo Khatami. Personale statale, assistenti sociali, e agenzie per l'educazione ne fanno parte.
Il dottor Kambiz Mahrasa, che guida un'organizzazione non governativa per la tossicodipendenza, ha dichiarato che anche se la politica del precedente presidente Khatami falli' nell'intento di dimezzare la tossicodipendenza, fu un successo invece per il nuovo approccio sulla riduzione della domanda. L'attuale Governo ha abbandonato i vecchi metodi, come la cooperazione con gruppi internazionali e locali che si occupano di dipendenza, e affidato alle famiglie il compito di occuparsi dei tossicodipendenti.
L'amministrazione di Ahmadinejad al potere dal 2005, si e' trovata ad affrontare un periodo di cambiamento degli elementi caratteristici del mondo delle droghe. Negli ultimi tre anni gli esperti hanno ammonito che le droghe tradizionali, quali l'hashish, l'oppio e l'eroina sono state sostituite da stupefacenti di qualita' piu' forte.
Il Crystal e il crack (forma piu' raffinata di eroina) sono gli stupefacenti piu' comuni e sempre piu' spesso le cronache dei giornali locali riportano di giovani morti a causa di esse. (Le droghe qui citate non sono il crack, derivato dalle piante di coca e neppure le crystal metanfetamine, stupefacenti sintetici, ndr).
Il dottor Banafsheh Talebi, che dirige una clinica antidroghe a Teheran, ha dichiarato, basandosi sulla sua esperienza, che per la diffusione di queste droghe i decessi per morte improvvisa sono aumentati. Secondo il dottore, e' sconcertante la velocita' di diffusione e di distruzione di queste sostanze.
Nell'aprile 2007, il capo della polizia Ahmadi Moqaddam dichiaro' che le droghe erano la sfida piu' importante che il Paese doveva affrontare, e ritiro' fuori la tesi che l'imperialismo globale stava diffondendo la droga per attaccare la gioventu' iraniana, per privarle dell'orgoglio e dell'identita' islamica . Questa dichiarazione fu fatta a seguito dell'esplosione della produzione afghana d'oppio, dopo l'attacco ai talebani del 2001. Alcuni mesi fa, il generale dichiaro' che i tossicodipendenti sono criminali, non malati. Questo modo di pensare si e' quindi infiltrato nella politica. Ad ottobre, le agenzie governative antidroghe hanno lanciato massicce campagne contro i piccoli spacciatori e, allo stesso tempo, condanne piu' severe sono state comminate ai trafficanti e piu' condanne a morte sono state eseguite sui trafficanti delle regioni di frontiera. Ci sono stati tagli al budget del walfare per i programmi preventivi, ma allo stesso tempo il governo ha approvato al 100% l'aumento dei fondi per il prossimo anno da devolvere al quartiere generale contro le droghe. Inoltre, sono stati impiegati 50 mila uomini nelle province di Sistan e Baluchestan, al confine con il Pakistan, installato 800 km di barriere tra i due Paesi e attivato nuovi strumenti di controllo.
Tutti questi sono segnali che la politica e' per un ritorno all'uso della forza. Con la differenza che questa volta l'obiettivo saranno i piccoli spacciatori e non i tossicodipendenti.
Pero' questo non vuol dire che le strategie preventive siano state abbandonate. Il Governo ha aumentato le terapie con il metadone e installato distributori automatici di siringhe nelle aree piu' a rischio, dimostrando una continuita' con la politica del precedente Governo.
Ma malgrado le diverse politiche, non ci sono dubbi che il consumo aumenti.
Per alcuni esperti del settore, la tossicodipendenza sara' controllata quando saranno risolti i problemi che portano i giovani al consumo: la disoccupazione dovrebbe essere ridotta e data piu' liberta' sociale. Se questi fattori non si avvereranno, le droghe rimarranno sempre un pericolo presente, specialmente per i disoccupati e per i giovani con meno speranza nel futuro.

Meysam Aqakhanlu, giornalista di Teheran e direttore del giornale settimanale della Provincia di Khorasan "Kavir" (traduzione di Katia Moscano)
 
 
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