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Germania. Candis versus Cannabis
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Articolo di Reiner Burger
21 febbraio 2008 3:49
 
Che non potesse continuare in quel modo, Martin lo sapeva gia' da tempo. Sono anni che usa cannabis tutti i giorni. Senza "erba" non riesce a pensare ad altro che al fumo. Senza "spinello" dorme male e suda molto. Se non si fa una "canna" e' depresso. Ha cominciato nove anni fa in un circolo d'amici ad Amburgo. Perche' fumavano tutti, e per rilassarsi. Ma fin dall'inizio la sostanza lo rendeva apatico. E tuttavia e' riuscito a portare a termine l'apprendistato."Da quando ho iniziato gli studi a Dresda il consumo e' diventato sempre piu' massiccio", racconta il ventisettenne. "Si parte subito dopo colazione". E' un maledetto circolo vizioso. E regolarmente Martin dice che... be' oggi ormai e' andata, ma domani si cambia. La dose giornaliera e' di uno o due grammi, che fuma con una pipa ad acqua (bong). Ad Amburgo Martin riusciva ancora ad essere attivo -praticava sport, suonava la batteria in un complessino. Invece a Dresda non ha quasi piu' contatti se non con Alex e Markus e i due coinquilini. "A volte non esco di casa per tutto il giorno, tranne che per andare a comprare le sigarette, la pizza o l'erba". I suoi studi d'economia aziendale si trascinano per le lunghe. Gli mancano sempre gli attestati per il pre-diploma malgrado sia gia' al settimo semestre. Spesso gli fa fatica tutto e non frequenta i seminari. "Nel lavoro mi manca la concentrazione. Quando leggo un testo, alla fine di una pagina non ricordo piu' l'inizio".

Per il professor Gerhard Buehringer dell'Universita' Tecnica di Dresda, Martin e' il tipico cannabisdipendente. Quello che inizia da giovanissimo e ne e' subito schiavo. Secondo alcuni studi, in Germania ci sarebbero 600.000 persone che corrispondono ai criteri di dipendenza da cannabis o quanto meno di un suo abuso. In totale sono 12,5 milioni i tedeschi che hanno avuto a che fare con la sostanza. I dipendenti dalla cannabis hanno spesso difficolta' di concentrazione, d'apprendimento e di memoria. Le ripercussioni negative sul rendimento scolastico e l'abbandono della scuola sono testimoniate da solide prove empiriche. Specialmente gli adolescenti che iniziano con gli spinelli a quindici anni rischiano d'incorrere in danni rilevanti, poiche' l'assunzione prolungata causa squilibri nella maturazione cerebrale. Alcuni ricercatori v'intravedono anche possibili psicosi future.

Negli ultimi quindici anni, l'abuso di cannabis ha incrementato enormemente la domanda di cura. Oggi il numero dei 'cannabisdipendenti' che si rivolgono ai servizi d'assistenza e' dieci volte superiore a quello della meta' degli anni '90. "La Germania ha complessivamente una buona struttura per curare i tossicodipendenti; ma, a differenza di Australia e America, non e' attrezzata per trattare i consumatori di cannabis", sostiene Buehringer. Un sedicenne che si fa le canne necessita di un'assistenza diversa da un eroinomane o da un alcolista con il doppio della sua eta'. A cio' s'aggiunga che la cannabis, contrariamente ad altre sostanze, a lungo e' stata considerata innocua dagli stessi specialisti. Ancora pochi anni fa, nei consultori i genitori preoccupati si sentivano dire: "Come, vostro figlio si fa solo di canne? Ma siate contenti!".

Quattro anni fa e' stato avviato un modello di trattamento psicoterapeutico specifico per 'cannabisdipendenti', diretto dalla psicologa Eva Hoch. Dalla primavera del 2006, 122 soggetti tra i 16 e i 46 anni hanno preso parte alla terapia di disassuefazione Candis. L'80% era costituito da maschi; quasi tutti avevano iniziato a fumare attorno ai quindici anni. Dopo 8-12 settimane di terapia di disassuefazione, l'80% ha smesso o ridotto fortemente il consumo. Adesso bisogna accertare se i risultati reggono nel lungo periodo.

La terapia e' suddivisa in tre fasi e segue un piano ben preciso. Nella prima fase, il terapeuta parla con Martin dei benefici e dei danni dello spinello. Martin riflette sui principali motivi che lo portano ad assumere la cannabis; riflette anche sui principali motivi che lo spingono a smettere, e sugli elementi che favoriscono il consumo (quella certa poltrona dove fuma in pace, gli incontri con l'amico Alex). Nella seconda parte -terapia comportamentale-, Martin impara le strategie che servono a limitare il consumo. Gia' alla quarta seduta decide di non fumare piu' per sei mesi. Il suo terapista gli ha spiegato che l'uso continuativo ha causato dei processi di ristrutturazione cerebrale, che possono essere reversibili solo con l'astinenza. Sicche', quello che sul momento appare come un obiettivo piu' facile da raggiungere -limitare il consumo- in realta' e' piu' difficile che non smettere di punto in bianco.

Si comincia due giorni dopo. Martin smonta l'angolino del fumo in camera sua per liberarsi dalla tentazione. Poi pianifica la sua giornata: fare tanto sport e visitare musei; la sera frequentare i compagni trascurati da troppo tempo. Martin resiste tre giorni, poi trova uno spinello nella tasca della giacca e lo fuma senza pensarci. La cosa lo impressiona, ma il terapeuta lo loda per l'astinenza dei giorni precedenti. "E' importante un atteggiamento di fondo orientato a valorizzare il paziente e non a biasimarlo", spiega lo psicologo Rene' Noack di Candis. Una volta, i terapeuti stigmatizzavano le ricadute, come in un interrogatorio in tribunale, dice Buehringer. Una ricaduta veniva interpretata come la prova che non si era stati abbastanza duri. "Prevaleva l'idea che si dovesse prima distruggere la mentalita' dipendente per poi costruire qualcosa di nuovo. Nel progetto Candis noi privilegiamo la motivazione e il sostegno attraverso una terapia cognitivo-comportamentale ed esercizi psicosociali per trovare le soluzioni ai problemi".

Con Martin la ricetta funziona. Racconta d'essersi sbarazzato della pipa d'acqua buttandola da un ponte di Dresda: e' stato un atto simbolico. Con orgoglio enumera i giorni trascorsi senza piu' fumare. In seguito le sedute servono essenzialmente a prevenire eventuali ricadute. Le occasioni piu' pericolose sono le feste, soprattutto se ha bevuto alcol. Cosi' come gli appare una prova dura da superare l'incontro con i vecchi conoscenti di Amburgo: di sicuro li' si continua a fumare cannabis. In una delle ultime sedute, Martin si e' preparato a resistere alle tentazioni recitando in uno spettacolo.

Martin finora ha resistito bene. E lo stesso e' accaduto alla meta' dei partecipanti al progetto, mentre il 30% ha comunque ridotto sensibilmente il consumo. A distanza di tre mesi il risultato si conferma.

Intanto, l'imprevisto successo di Dresda ha ottenuto grande risonanza, e non solo tra gli specialisti. Sostenuto dal ministero della Sanita', Candis verra' istituito in dieci centri di cura per tossicodipendenti sparsi sul territorio. Entro la fine del 2009, attraverso la prosecuzione dell'esperimento, Candis II, si dovra' valutare l'efficacia di questa modalita' di trattamento in condizioni di routine con altri 450 'cannabisdipendenti'. Quanto sia forte il bisogno di esperienze simili, lo dimostra il fatto che piu' di 50 consultori si siano rivolti agli esperti di Dresda per annunciare la loro volonta' di partecipazione. A fine febbraio la procedura di selezione dovra' essere completata.

Articolo tratto da Frankfurter Allgemeine Zeitung del 19 febbraio 2008
 
 
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