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Francia. Cannabis: traffico, reti e profitti
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Articolo di Mustapha Kessous
16 febbraio 2008 0:59
 
E' la droga piu' consumata nel mondo e nel Vecchio Continente: 70 milioni di europei dicono d'aver gia' "provato" la cannabis almeno una volta nella vita, secondo l'Osservatorio europeo per le droghe e le tossicodipendenze (OEDT). E' anche lo stupefacente piu' usato dagli adolescenti, in Francia: nel 2005, il 49,5% dei giovani di 17 anni diceva d'averla gia' assunta almeno una volta; il 10,8% regolarmente (piu' di dieci volte al mese) e il 5,2% quotidianamente, secondo l'Osservatorio francese OFDT.

Hashish, "shit", "zetla", "chira", teshi"... sono tutti termini per indicare la cannabis. In Francia, la sostanza concerne ogni anno 4 milioni di persone. I consumatori regolari sono 1,2 milioni, 550.000 dei quali ne fanno un uso giornaliero (Le Monde dell'11 luglio 2007).

Al di la' delle cifre, le autorita' s'interessano al flusso di denaro che il traffico della resina di cannabis genera "concretamente". "La domanda annuale di questa droga in Francia raggiunge 208 tonnellate", sottolinea il commissario Jean-Michel Colombani, capo dell'Ufficio centrale per la repressione del traffico illegale di stupefacenti (OCRTIS). "Sono un bel po' di soldi". La somma derivata dalla vendita di hashish s'aggira tra 746 e 832 milioni di euro. Ora, nel 2006, nel corso di interrogatori e sequestri, la polizia ha confiscato 1,9 milioni di euro, ossia poco piu' dello 0,2% della somma stimata per questo "commercio".

Di "soldi", il rivenditore ne puo' guadagnare parecchi. Ma i suoi guadagni dipendono soprattutto dal ruolo e la posizione che ha nella filiera. E' quello che ha messo in luce Christian Ben Lakhdar, economista dell'OFDT. In uno studio del novembre 2007, Le Trafic de cannabis en France -il primo in Francia sulla "stima dei guadagni degli spacciatori al fine di valutare il potenziale del riciclaggio"- calcola che il numero dei semi-grossisti di cannabis s'aggiri tra 689 e 1.504 persone. Il loro guadagno e' notevole: tra 253.000 e 552.000 euro l'anno, l'equivalente di uno smic e mezzo al giorno (Smic= salario minimo interprofessionale di crescita ndr), smerciando dai 138 ai 302 chili di droga l'anno. Nella catena del traffico, il rivenditore, "il primo intermediario" come lo definisce Ben Lakhdar (6.000/13.000 persone), approfitta anche lui ampiamente dell'affare. Il suo guadagno puo' arrivare a 77.000 euro l'anno per 16-35 chili venduti. L'"ultimo intermediario", che spaccia per strada, guadagna "solamente" dai 4.500 ai 10.000 euro l'anno. Ossia meno di uno smic al mese. Gli spacciatori di strada sarebbero dai 58.000 ai 127.000. "Questi piccoli rivenditori non ricavano molto dal business e sono soggetti al rischio d'arresto", precisa Ben Lakhdar. Secondo lui, quest'economia di sussistenza va per lo piu' contro "certi cliche' riguardo ai giovani di citta', paragonati a spacciatori che nuotano nell'oro!".

Pierre Kopp, professore all'Universita' Paris-I, specialista d'economia della droga, va piu' lontano. "Lo studio mostra che non e' vero che tutti i quartieri s'arricchiscono con il denaro della droga", afferma. "S'impoveriscono, poiche' i benefici di quest'economia criminale sono inferiori ai costi sociali: violenza, detenzioni..."

Il commissario Colombani non sembra convinto dalle cifre dello studio. Per lui, e' ancora sottostimata l'economia sotterranea. Inoltre, il circuito della cannabis e della cocaina s'avvicinano. E colui "che vuole guadagnare sempre di piu'", alla fine vende cocaina. Da una decina d'anni, il consumo di quest'ultima e' in costante aumento in Francia.

Tratto da Le Monde del 14 febbraio 2008 (traduzione di Rosa a Marca)
 
 
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