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La coltivazione di cannabis va alla grande in Europa
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Articolo di Redazione
27 giugno 2014 20:34
 
Il recente sequestro in Belgio di 4.000 piante di marijuana ha messo in evidenza come si sta evolvendo il mercato europeo, dove aumentano le coltivazioni di cannabis da parte dei privati ma anche da parte dei gruppi criminali.
Per un valore di 600.000 euro, la marijuana sequestrata in otto piantagioni del Belgio era destinata al mercato del nord della Francia, sequestro seguito a molti altri gia' avvenuti negli ultimi due anni in entrambi i Paesi.
Sette milioni di piante sono state sequestrate in Europa nel 2012, una quantita' che e' triplicata negli ultimi 5 anni, cosi' fa sapere l'Osservatorio europeo sulle droghe (EMCDDA) nel suo rapporto annuale diffuso a maggio scorso.
La cannabis si coltiva in ogni luogo e con facilita': tradizionalmente in luoghi aperti, in un campo o in un balcone, ma questa coltivazione viene fatta sempre di piu' in luoghi chiusi, in un armadio di un appartamento o in un capannone.
Sono state scoperte piantagioni in ognuno dei trenta Paesi europei, precisa Laurent Laniel dell'EMCDDA.
I Paesi i cui sono state individuate maggiori quantita', sono Olanda e Gran Bretagna, seguite da Belgio e Polonia. In Francia sono state individuate 141.000 piante di cannabis nel 2013 in un totale di 50 siti, rispetto alle 55.000 del 2010.
L'autocoltivazione in interni, discreta e facilitata da tecniche che si trovano in Internet, permette di ottenere tra quattro e sei raccolti ogni anno, rispetto all'uno o due che si ottengono in ambienti esterni, spiega Laniel. La coltivazione esterna e' tipica dei Paesi del sud e dell'est dell'Europa, “la coltivazione in interni e' attualmente la piu' importante produzione in Europa”.
L'offerta si sta adattando alla domanda. Attualmente, il consumo di erba di cannabis ha sostituito quello di resina o di hashish, il “cioccolato” importato principalmente dal Marocco. Sulle 2.500 tonnellate di cannabis consumate in Europa nel 2012, il 60% (1.280 tonnellate) erano erba.
Sono vari i motivi che spiegano questa situazione: il “mito del prodotto bio”, una migliore qualita' della resina, e una maggiore concentrazione di THC (il principio attivo della cannabis), spiega Michel Gandilhon, responsabile del laboratorio antidroga francese, OFDT.
In pochi anni gli effetti della marijuana si sono potenziati -un 13% in media- grazie a modifiche genetiche della canapa, spiega Matthieu Pittaco, capo della divisione di intelligence e strategie dell'agenzia di repressione degli stupefacenti Ocrtis.
Inizialmente le piccole produzioni erano coltivate nel ripostiglio, per consumo proprio e dei propri amici, in modo da evitare di avere rapporti con le reti criminali, la polizia o prodotti adulterati. Nel 2010 in Francia erano tra gli 80 e 100 mila.
Ma a questi cultori/aficionados se ne sono affiancati altri con intenti nettamente commerciali. Poiche' si tratta di un business: “in un metro quadro si coltivano 5 piante che possono rendere qualcosa come 5.000 euro in un anno”, dice Gandilhon.
Nel giro di tre anni, “alcuni aficionados si sono buttati nella coltivazione al fine di guadagnare denaro". Recentemente, una pensionata francese e' stata arrestata perche' aveva una trentina di piante che coltivava in una parte della sua casa per incrementare i suoi modesti guadagni.
Il crimine organizzato, alla fine, si e' interessato in virtu' dei guadagni che queste coltivazioni possono dare, con delle “cannabis factory” o fabbriche di marijuana installate in Inghilterra, Olanda, Belgio e Italia. Il settore, in Europa e' controllato da gruppi criminali asiatici, specialmente vietnamiti, che ricorrono a reti di immigrazione clandestina, secondo Ocrtis. In cambio dell'ingresso in Europa, l'immigrato deve lavorare nelle piantagioni illegali.
E' una tendenza che e' difficile contrastare da parte delle forze dell'ordine, che in genere scoprono delle piantagioni grazie ad un incendio o dagli odori delle canapa sentiti dai vicini, dice Pittaco.
La proliferazione di questo tipo di coltivazioni porta anche una lotta per il controllo del mercato, tra gruppi criminali che a volte attaccano i piccoli produttori.

(articolo di Cécile Azzaro per l'agenzia France-Press – Afp del 27/06/2014)
 
 
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