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Cannabis club. Il marabutto della marijuana
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Articolo di Redazione
28 gennaio 2013 15:41
 
Pedro Perez e' un marabutto della cannabis. Un monaco guerriero dedito alla causa della legalizzazione delle droghe leggere. Perche' gli piacciono e perche' lo considera un diritto civile per cui val la pena impegnarsi, al pari di molti altri. E come nei covi di tutti i marabutti, non risulta facile accedere alla “La Santa le club”, l'associazione che presiede Perez e dove si compra e si fuma marijuana liberamente perche' i loro soci lo vogliono e perche' pretendono che sia occasione di un dibattito molto piu' ampio.
“La Santa” si trova in un antico bar di Madrid, in un luogo che non puo' essere rivelato, e vi si accede grazie ad un'anonima porta di acero. Una volta superata questa porta, ce n'e' un'altra con una serratura biometrica che garantisce che i soci possano accedere alla piccola sala con un bancone da bar con formaggini pieni di marijuana e frigoriferi con dolcetti di cannabis. La situazione blindata evita visite indesiderate, ma talvolta e' tale che la polizia, non potendo entrarvi, ha fatto esplodere la porta in una delle quattro retate che ci sono state nel giro di un anno. Gli agenti hanno sfondato la porta, che e' caduta ai piedi di alcuni soci che li hanno guardati attoniti. “Dov'e' il resto della droga? L'avete distrutta?” raccontano a La Santa, mentre i poliziotti sollevavano un polverone e hanno trovato un vassoio di dolcetti.
“Qui non si distrugge nulla, e non ci nascondiamo. Chiediamo di esser discreti. Il nostro obiettivo e' che si normalizzi il consumo, non fare buffonate”, dice Pedro. L'associazione difende l'uso ludico, medico e la ricerca con la cannabis. Nella sua lotta ha ottenuto un risultato lo scorso 10 gennaio, quando un giudice ha fissato la restituzione del materiale sequestrato nell'ultimo intervento della polizia: 200 grammi di marijuana, dolcetti, gallette e 275 euro in contanti. La motivazione del giudice e' stata che il club, in cui l'eta' media era di 37 anni e niente si guadagna vendendo la droga, non rappresenta un attentato alla salute pubblica.
Perez fa sapere che la restituzione e' avvenuta da parte del commissariato di Leganitos, “il peggiore per lavorarci e alloggiarci”, dice con ironia. Il suo obiettivo era trasmettere il messaggio del giudice agli agenti che lo avevano trattenuto mediamente per tre notti ogni volta che gli avevano fatto visita, ma finalmente e' potuto andare a riprendersi il suo materiale in un centro tossicologico de Las Rozas.
Si sentono rumori nel club. Qualcuno appoggia il pollice sul lettore delle impronte digitali. Le porte si aprono. Pipo, un socio, entra e indica a Pedro uno dei formaggini sul bancone:
- Vorrei 20 grammi di White widow
Il prezzo e' fisso: sei euro per grammo di cannabis di qualunque tipo e formato, tutto autoprodotto. C'e' un limite di 60 grammi al mese, l'equivalente di due al giorno. Ogni volta che si dispensa una minima quantita', si provvede a registrarla in un apposito libro.
Un'associazione legale
La Santa e' un'associazione culturale senza scopo di lucro, legalmente costituita a giugno del 2011. E' iscritta al ministero degli Interni, paga l'affitto ed ha gia' versato piu' di 4.000 euro di tasse. Ha consulenti legali e 212 soci che devono registrarsi con la carta d'identita' e aver compiuto 21 anni -”per incoraggiare il consumo responsabile e prevenire azioni sconsiderate”.
Il coinvolgimento di Pedro nella lotta e' stato progressivo. “Prima ho aperto un negozio di semi, per pura rabbia. Mi diedero il ben servito perche' in una perquisizione mi trovarono della marijuana. Ed io mi chiedevo: il fatto che fumo in casa mi rende meno abile per lavorare? Dopo un po' di tempo che lavoravo con il negozio, che era vicino all'ospedale Gregorio Maranon, lanciai l'associazione per evitare le flebo ai malati di cancro e i medici volevano avere la possibilita' di approvvigionarsi di cannabis senza dover ricorrere al narcotraffico". Questo e' il motivo per cui La Santa ha due modi per potersi associare: ricreativo (10 euro al mese, oltre il proprio consumo di cannabis) e medico (senza quota). “Non e' demagogia”, dice Pedro mentre prende una bottiglina d'acqua da una delle macchine automatiche del club -e' vietato l'alcool per non fare concorrenza ai bar della zona- “ma la situazione in cui versano alcuni malati e' molto dura: avendone sollievo molte volte sono venuti fuori da varie situazioni che possono essere molto sgradevoli”.
L'atteggiamento dei soci verso la polizia e di collaborazione. “Io li capisco -dice Pedro-. Vengono in un posto dove si fuma e si compra, gli si accende un'allerta, ma di solito sono corretti”. Una socia che era appena arrivata per approvvigionarsi spiega come in una retata gli era scappato il piccolo cane e un agente usci' dopo di lei in strada: “Guardo' l'uomo imbarazzato e le disse che stava spaventando una signora con un canino”.
Come La Santa ci sono circa altre 500 associazioni simili, la maggior parte nel Paese Basco. “E' un movimento che non si puo' fermare” dice convinta la medesima socia: “Piu' ce ne saranno, piu' si estendera' il dibattito, e dovranno legiferare”. Pedro le da' ragione. “Abbiamo fiducia nello Stato di Diritto. Chiediamo che questo possa essere fonte di fiscalita', con un'imposta che finanzia la sanita'”.
Perez insiste che il problema non e' di polizia, finche' non si legiferera' con meno ipocrisia. Comunque riconosce la situazione scomoda. “Per evidenziare il carattere privato dell'associazione davanti alla polizia, mi sono installato qui da marzo”, dice indicando un sofa' di un aspetto che non sembra confortevole. Il locale, con le sue pareti di un verde da ospedale e con cibo distribuito solo dalle macchinette, non e' proprio un palazzo. “Ti assicuro che e' meglio del commissariato”, dice il presidente con un sorriso. “Sto dormendo qui in modo pessimo, ma che dire: sono le trincee”. Nessuno ha detto che era facile fare il monaco guerriero.

(articolo di Jerónimo Andreu, pubblicato sul quotidiano El Pais del 28/01/2013)

 
 
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