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Il calo dell'economia delle coltivazioni illegali in Colombia
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Articolo di Redazione
30 settembre 2012 13:49
 
L'economia delle coltivazioni illegali e dei relativi prodotti e' in calo. Una realta' che e' tale da diversi anni secondo il Dane (Departamento Administrativo Nacional de Estadistica), grazie ai sequestri, minore produttivita', prezzi piu' bassi e calo delle esportazioni verso il resto del mondo. Senza dubbio una magnifica notizia per la Colombia, uno dei Paesi al mondo che maggiormente soffre per questo flagello.
Il valore delle esportazioni si e' ridotto, in termini reali, del 3,7% nel 2009, 15,7% nel 2010 e 0,2% nel 2011.
Mentre la produzione venduta in Colombia impedisce una maggior calo del business, poiche' il valore reale di queste vendite e' cresciuto dell1,3% nel 2009, 1,8 nel 2010 e 1% nel 2011.
Secondo il Dane, il calo del business delle coltivazioni illegali e dei suoi derivati ha fatto si' che la percentuale, relativamente all'economia legale, passasse dall'1,7% dell'anno 2000 allo 0,3% dell'anno scorso.
In altre parole, se nel 2000 il valore della produzione illegale ammontava a 3,6 miliardi di pesos, nel 2011 e' scesa a 2 miliardi.
Allo stato attuale, il totale di questo business e' comparabile con attivita' come il trasporto aereo, che pesa dello 0,38% sul prodotto interno lordo, o il gas domestico, che contribuisce per lo 0,28% al PIL.
L'investigatore Mauricio Reina (Fedesarrollo - Fundación para la Educación Superior y el Desarrollo) valuta questa caduta di business come “completamente prevedibile, poiche' la maggior parte delle iniziative e della commercializzazione sono state fatte proprie dai cartelli messicani”.
Nel 2011, il calo in termini reali delle coltivazioni illegali e dei prodotti derivati e' stato del 2,7%.
Tra le attivita' legali i maggiori cali si sono visti nel caffe' (11,4%, ma quest'anno sta gia' recuperando, mentre il business illegale cumula una riduzione del 16% negli ultimi tre anni.
In tutto questa fa la sua parte l'aumento del prezzo del petrolio, in particolare quando nel 2008 arrivo' a 150 Usd al barile.
Un aumento che secondo gli esperti fece lievitare i prezzi dei fertilizzanti, per cui i coltivatori di prodotti illegali hanno visto calare i ricavi del loro lavoro. Una situazione che ha fatto registrare un minor rendimento della coca, da 5,7 a 4,6 tonnellate per ettaro. E guadagni sempre minori, cosi' come ha rilevato il Sistema Integrado de Monitoreo de Cultivos Ilícitos (Simci). E il 3,2% di queste aree con le coltivazioni illegali, nel 2011, hanno smesso di produrre: dai 163.000 ettari dell'anno 2000 si e' passati ai 64.000 ettari dell'anno scorso.
Una riduzione di produzione che pero' e' stata compensata dall'aumento registrato in Peru' e Bolivia.
Poi ci sono i sequestri. Quelli della pasta base di coca, per esempio, l'anno scorso sono aumentati del 37,6%. Secondo il Dane, “delle 432 tonnellate di cocaina prodotte, 146 sono state sequestrate dalla Fuerza Publica”.
Una situazione che ha portato ad una riduzione del 4,3% potenziale per l'esportazione di cocaina.
Agricoltura e industria
Per l'aspetto agricolo, la catena della cocaina va dalla coltivazione per produrre la foglia di coca fino alla trasformazione nella pasta base. La fase industriale e' invece rappresentata dalla produzione di cloridato di cocaina. Nell'eroina, la fase agricola, parte dal lattice del papavero.
Dane. Come misurare cio' che e' illegale
Il calcolo del Dane “si limita alla parte produttiva quantificabile, con informazioni che siano poi verificabili”, e non include “la commercializzazione e i flussi di capitali relativi a queste attivita'”. Il Dane affronta questa realta' come se le transazioni con droghe illegali avvenissero in un territorio intermedio tra l'economia nazionale e il resto del mondo. L'economia nazionale ne ricava denaro per pagare la mano d'opera, guadagni e capitale, mentre l'altra parte del mondo usufruisce delle esportazioni di crack, cocaina, marijuana ed eroina.

(articolo di Mauricio Galindo, editorialista di economia per il quotidiano El Tiempo di Bogota' del 30/09/2012)
 
 
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