testata ADUC
Usa. Florida. Prigioni "religiose"
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Alessandro Garzi
15 maggio 2004 19:21
 
A Lawtey, in Florida, e' stata aperta, nel dicembre scorso, sembra per diretta iniziativa del governatore Jeb Bush (fratello del presidente n.d.r.) la prima prigione a condotta confessionale dello Stato. Una seconda, riservata alle donne, e' stata inaugurata un mese fa vicino Tampa.
Per poter andare a Lawtey, i detenuti devono avere avuto una buona condotta in prigione, avere meno di tre anni dalla fine della pena e fare richiesta esplicita di essere assegnati a questo istituto.
E, soprattutto, devono avere una qualche fede religiosa. Una qualsiasi. Tra i 750 detenuti di Lawtey, la meta' sono battisti, ma si trovano anche ebrei, musulmani, cattolici, undici che si dichiarano seguaci delle religioni dei nativi americani e due "Wiccans".
L'istituto fornisce ai detenuti, oltre alle "sessioni di preghiera" tutti i giorni, anche studi e consulenza, sempre di tipo religioso e lezioni di canto corale.
Sono sedici i detenuti che fino ad adesso hanno preferito tornare in prigione piuttosto che rimanere a Lawtey, e immaginandoci cosa puo' essere un carcere della Florida, dobbiamo dire che non sono pochi. Alcuni detenuti del "carcere confessionale" dichiarano di essere "trattati piu' come esseri umani" a Lawtey rispetto al carcere abituale, e la Florida ha avuto nel 2002 il dato non invidiabile che vedeva su 100 arrestati, 44 recidivi, una popolazione carceraria di piu' di 73.000 persone e una spesa di 1,3 miliardi di dollari l'anno solo per mantenere in prigione i detenuti attuali. Le spese per trovarne altri nuovi, sono a parte.
Le statistiche federali vedono buona parte (il 54,7% nel 2002, contro il 4% circa per omicidio e rapina) della popolazione carceraria statunitense in prigione per reati solo di droga.
Dopo le leggi "speciali" degli anni '80, soltanto accompagnare, anche inconsapevolmente, uno spacciatore al luogo del "commercio", porta ad una pena detentiva pari a quella dello stesso spacciatore. Spesso, vengono considerate sullo stesso piano anche le mogli e le fidanzate degli spacciatori.
La pena detentiva e' altissima, e viene diminuita in funzione delle "informazioni" che si danno alla polizia. Quindi, in parole povere, piu' si e' "dentro il giro" del traffico di stupefacenti e quindi si ha a disposizione piu' informazioni, minore risulta essere la pena da scontare.
Anche il presidente Bush spinge molto per i programmi confessionali, anche a livello di recupero tossicodipendenti. In fondo, qualche predica e qualche "lezione di canto polifonico", costano sicuramente di meno (anni di politiche "dure con il crimine" hanno portato ad una popolazione carceraria insostenibile per gli Usa, anche dal punto di vista finanziario) di tutta quella struttura di servizi che servono al reinserimento dei detenuti, e sembra che l'istituto abbia un tasso di recidivita' bassissimo, soprattutto se si considera che, su scala nazionale, gli Usa hanno da tempo superato la soglia dei due milioni di detenuti, vale a dire un quarto della popolazione carceraria dell'intero pianeta. A conti fatti, una persona su otto che in questo momento e' in prigione nel mondo, sta scontando la "guerra alla droga" di Washington.
Le prigioni confessionali, inoltre, hanno attirato su di se' anche le critiche delle organizzazioni per la difesa dei diritti civili: secondo Barry Lynn, a capo della Americans United for Separation of Church and State, "la Florida non ha il diritto costituzionale di rompere il confine tra chiesa e Stato".
Strutture di questo tipo, quasi interamente dedicate alla predicazione della Bibbia, sono presenti anche in Minnesota, Kansas, Texas e Iowa.
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS