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Peru'. Lo "zar" antidroga inizia a muoversi
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Articolo di Donatella Poretti
28 settembre 2001 15:03
 
Ricardo Vega Llona, responsabile delle politiche contro la droga in Peru' a capo del Contradrogas, inizia a muoversi dopo la sua recente nomina avvenuta il 10 settembre. Gli esiti della lotta alla droga portata avanti dal precedente Governo di Alberto Fujimori sono stati un completo fallimento e la politica delle coltivazioni alternative non ha funzionato.
L'analisi di quello che e' successo e' semplice: Fujimori mentre cercava di disincentivare le piantagioni di coca, affinche' fossero sostituite da coltivazioni alternative, non ha creato le condizioni economiche e infrastrutturali perche' questi prodotti creassero anche un reddito ai contadini. Il risultato e' che quei contadini che avevano convertito le piantagioni di foglia di coca non riescono a vendere i loro prodotti, perche' mancano le strade, perche' non esiste un mercato ne' interno, ne' tantomeno esterno. In mancanza di una rete commerciale, non esiste il commercio. Cosi' a fronte delle offerte dei narcotrafficanti di 2,5 dollari per ogni chilo di foglia di coca, i contadini sono tornati a queste coltivazioni ben piu' redditizie.
Se questa e' l'analisi del passato, Vega Llona propone di ripartire proprio creando l'infrastruttura viaria che metta in contatto i vari poli commerciali dell'interno e della costa peruviana. Contemporaneamente ci sara' da lavorare per migliorare la qualita' dei prodotti e la competitivita' dei prezzi, in modo da invogliare i mercati internazionali ad interessarsi del Peru'.
Vega Llona ha ancora una volta ribadito la sua contrarieta' alla politica di eradicazione e distruzione forzata e violenta delle coltivazioni illegali. Secondo le informazioni ufficiali degli organismi internazionali in Peru' esistono attualmente 40/45 mila ettari seminati a coca.
Dopo l'incidente di aprile quando era stato abbattuto per errore un aereo civile dove morirono una statunitense con la figlia, i rapporti di collaborazione con gli Usa sono stati interrotti. Ma Vega Llona, pur preannunciando tempi lunghi, ritiene indispensabile che gli Usa forniscano le informazioni dei radar e dei satelliti per individuare gli aerei che dalla Colombia o dal Brasile atterrano nella foresta peruviana, nelle piste clandestine per i carichi di droga.
 
 
 
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