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Italia. "Confinizero": migliaia in corteo a Roma contro la legge Fini
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Articolo di Alessandro Garzi
21 febbraio 2004 20:46
 
Erano circa 20/30 mila, secondo gli organizzatori (ottomila per la polizia), i partecipanti alla manifestazione contro la "Legge Fini" sulle droghe che si e' tenuta a Roma oggi pomeriggio, organizzata da alcuni centri sociali e da "operatori del settore", con Cgil, Arci, Ds, Rifondazione, Verdi, Comunisti italiani, Sinistra giovanile, Giovani comunisti e Giovani verdi ed il supporto di diversi personaggi noti del mondo della cultura e dello spettacolo.
Il corteo, come era prevedibile dal tema, e' stato abbastanza "colorato": grosse foglie di marijuana in cartapesta, finti spinelli lunghi un metro, e maschere di carnevale. Una "festa di protesta contro una legge cupa e oscurantista" all'insegna dello slogan "giusto o sbagliato, non puo' essere reato".
Anche stando ai dati della questura, vale a dire "solo" 8.000 persone, si tratterebbe, con buone probabilita' della manifestazione antiproibizionista piu' "partecipata" da diversi anni. Il progetto di legge Fini, che prevede il carcere da 6 a 20 anni se viene superata la "dose minima giornaliera", sicuramente ha contribuito ad una maggiore sensibilizzazione sul tema.
Sulla composizione del corteo, comunque, e' stato fatto notare che, a parte la posizione "strategica" in prima fila, i rappresentanti dei partiti di centro-sinistra ammontavano a poche decine di persone. Il grosso dei manifestanti sarebbe appartenuto all'area detta "dei centri sociali".
Tra i partecipanti anche don Andrea Gallo presidente della Comunita' di San Benedetto al Porto di Genova: "la marijuana fa bene -ha detto- e' Fini che fa male. I pilastri di questa legge sono quattro: prefettura, questura, magistratura e quindi galera. Si appella alla scienza, che e' altra cosa, per avere la possibilita' di sanzionare e di punire".
La "legge Fini", se dovesse entrare in vigore, andrebbe anche a ridimensionare il ruolo dei Sert, come conferma un operatore all'agenzia Ansa: "la demagogia di Fini non serve ai ragazzi. Chi viene nei Sert non e' un appestato, e' una persona che chiede di guarire e il diritto alla salute non si punisce come vuol fare questa proposta di legge che criminalizza la riduzione del danno".
Fuori dalla manifestazione, invece, i radicali, "ma solo perche' non invitati", come scrivono agli organizzatori, Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale Transnazionale e Daniele Capezzone, segretario di Radicali italiani, che criticano la politica di rivendicazione troppo concentrata sulla riduzione del danno e sulla depenalizzazione del consumo personale, anziche' chiedere apertamente la legalizzazione delle sostanze. "Nei prossimi giorni -scrivono- sapremo in quanti riduzionisti del danno vorranno sconfinare nella richiesta di legalizzazione della propria liberta' di scegliere e vivere di conseguenza".
"Gli slogan e le affermazioni degli sconvolti del droga pride -affermano Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia e Michele Bonatesta, componente della direzione nazionale- illustrano gli effetti devastanti delle sostanze stupefacenti, qualunque esse siano, e spiegano perche' non bisogna farne uso". I due esponenti di An hanno inoltre dichiarato che, secondo loro, chi ha partecipato al corteo, sta dando una mano agli "spacciatori di morte".
 
 
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