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Italia. "Caso Vasco Rossi": lettera, retromarcia e denuncia
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Articolo di Alessandro Garzi
30 dicembre 2003 20:12
 
Vasco Rossi ha pubblicato sul suo sito ufficiale clicca qui una risposta alla "censura preventiva" lanciata contro di lui ed altri artisti dal senatore Michele Bonatesta di An:

"Il tormentone fuori-di-testa del senatore Bonatesta continua con una ennesima puntata di linciaggio pubblico. E' spuntato oggi un caso Sanremo: il senatore non digerisce il mio nome tra i possibili ospiti. E subito alza il telefono per dettare alle agenzie stampa dichiarazioni a dir poco inquietanti, minacciose e diffamatorie alle quali risponderanno i miei legali: "spinge alla droga", "veicola messaggi pericolosi per i nostri figli", "Ne parlero' con il presidente della Rai e con Del Noce.....".
Vasco Rossi non deve aver spazio in televisione, e con lui tutti gli altri artisti firmatari del documento anticensura e per la liberta' di espressione e di opinioni!
Dopo le liste di proscrizione televisive ora tocca a quelle musicali.
Ci poteva pensare solo lui, il senatore Bonatesta, in linea con la piu' becera tradizione fascista.
Fare distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti -secondo questo moderno "picchiatore", che usa sistematicamente la comunicazione per cercare di intimidire e gettare fango su chi ha opinioni diverse dalle sue- significa diventare "testimonial della droga libera"....
Siamo tornati indietro di 60 anni? Se e' diventato reato esprimere una opinione, allora perche' non istituisce un bel campo di concentramento per tutti coloro che la pensano diversamente da lui?
"

Non si e' fatta attendere la replica del senatore Michele Bonatesta, in pratica una velocissima retromarcia, dopo che il suo invito alla censura televisiva (di questo si trattava, non la "lotta alla droga", il tema potrebbe essere stato la droga come l'immigrazione, come il prezzo delle arance), e' stato mostrato come tale. Ma Bonatesta va anche oltre, dicendo che, in fondo "e' Vasco Rossi, il vero fascista".
"Quando si tratta di esprimere -afferma Bonatesta- le proprie opinioni, Vasco Rossi e' libertario e tollerante. Quando invece si tratta di accettare le opinioni altrui, in questo caso del sottoscritto, diventa subito illiberale e intollerante e passa direttamente agli insulti. In proposito sarebbe interessante aprire un dibattito su chi e' il vero fascista".
Il componente di An in commissione di Vigilanza sostiene che "come lui rivendica il suo diritto a prendere pubblicamente posizione in materia di droga, seguitando a distinguere tra droghe leggere e pesanti, noi rivendichiamo il nostro diritto a criticare pubblicamente tali prese di posizione, riaffermando che la distinzione tra droghe cosiddette leggere e cosiddette pesanti e' scientificamente infondata, come dimostra un'ampia letteratura medica, e socialmente devastante".
In realta', quello che aveva detto a suo tempo Bonatesta, e che ha fatto scatenare la polemica, non era esattamente un invito al dialogo. Il senatore di An aveva infatti affermato che "non e' pensabile che la tv, e per di piu' la tv pubblica pagata da tutti gli italiani, lo premi, dandogli spazio, udienza e visibilita' in una vetrina cosi' importante come Sanremo. E magari lo paghi pure. Un discorso che vale anche per tutti gli altri colleghi 'cannanti' di Vasco Rossi che hanno firmato il manifesto a favore dello spinello libero e contro la legge Fini antidroga".
Ancora prima, Bonatesta aveva chiesto esplicitamente alla Rai di non dare "spazio, udienza e visibilita' ai personaggi pubblici che si facciano testimonial della droga libera per paura di vendere meno dischi".
Ma l'esponente di An, che riesce a fare la "vittima" dopo aver chiesto alla Rai di non invitare nessun antiproibizionista negli spettacoli, non ha esitato a motivarsi con altri due luoghi comuni abbastanza abusati nel contesto.
Il primo e' il cantante famoso che viene imitato dai giovani: "quando si e' un cantante con un vastissimo seguito tra i giovani -dice il senatore- agli occhi di questi ultimi si diventa un modello, un punto di riferimento, e allora si ha una grande responsabilita' nei loro confronti". Certo, i "giovani" se non guidati sono idioti, e seguono "i loro idoli". Chi non si e' distrutto di farmaci perche' il suo "idolo" era un ciclista?
Ma soprattutto, "chi, come Vasco Rossi, non vuole assumersi le proprie responsabilita' di fronte ai nostri figli, non puo' avere spazio, udienza e visibilita' in tv. Soprattutto, nel servizio pubblico pagato da tutti gli italiani, anche da quelle famiglie che hanno provato sulla propria pelle la tragedia di un figlio entrato nel tunnel della droga, magari cominciando col fumare spinelli". Bingo!

E, come succede sempre piu' spesso, la storia, finira' in tribunale: Vasco Rossi ha dato mandato al suo avvocato Guido Magnisi di sporgere querela nei confronti di Bonatesta per diffamazione a mezzo stampa e di chiedergli un risarcimento danni in denaro da devolvere alle comunita' San Benedetto al Porto di Don Gallo a Genova e al gruppo Abele.
Una decisione presa in seguito alle "ripetute insinuazioni infamanti del senatore, volgari e soprattutto gratuite circa la sua persona e i suoi principi morali e sociali".
Per Vasco Rossi, "e' abbastanza grave che un senatore della Repubblica, oltretutto membro della commissione di vigilanza di un ente pubblico come la Rai, si permetta di stravolgere il pensiero di persone che nemmeno conosce con dichiarazioni minacciose e falsi accostamenti deliberatamente offensivi del tipo 'testimonial della droga libera' e 'veicola pericolosi messaggi sui nostri figli', quando sa perfettamente che fare distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti e' un pensiero diffuso e condiviso da molti e un'opinione che puo' ancora circolare liberamente nel nostro Paese, benche' sia contraria alla sua personale posizione proibizionista".
Sempre tramite la sua portavoce, Vasco "al fine di evitare ulteriori illazioni o speculazioni, informa di non aver mai avuto l'intenzione di andare al festival di Sanremo e di considerare Sanremo solo la citta' dei fiori e delle sue vacanze. Con buona pace di Bonatesta e simili".
 
 
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