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Giochi di bottega al Palazzo di Vetro
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Articolo di Alessandro Garzi
10 agosto 2001 16:02
 
Per quanto riguarda la riconferma di Arlacchi, sono in corso le trattative, piu' o meno sotterranee. Secondo il Financial Times, Kofi Annan, dopo le polemiche che hanno seguito la vicenda di Pino Arlacchi alla guida dell'UNDCP per tutti e cinque gli anni del suo mandato, non sarebbe intenzionato a rinnovargli il mandato. Arlacchi avrebbe recentemente ammesso che il progetto di fare un giro attorno al mondo su una barca di legno vecchia di 90 anni per fare campagne antidroga, e' stato un errore. I funzionari, dopo aver ringraziato per la presa di posizione, hanno ricordato ad Annan, che questo banalissimo "errore" e' costato all'Onu 55 mila dollari. La Farnesina, smentendo ogni previsione, ha chiesto di confermare Arlacchi alla guida dell'ufficio, o che al posto suo venga messo un altro italiano, visto che: primo, l'Italia contribuisce con 11 milioni di dollari nelle casse dell'UNDCP, e secondo: quel posto e' italiano da quasi vent'anni. Il che dimostra come le nomine siano fatte in base al prestigio e alle capacita' della persona che dovra' prendere il controllo del dato ufficio, e non sulla base di interessi di bottega. E' strano che, in questo clima di "pulizia" di tutto cio' che abbia avuto a che fare con la parte politica avversa, il Ministero degli Esteri proponga come vicepresidente dell'Onu (Arlacchi ha anche questo ruolo), un ex senatore dei Ds. Contro Arlacchi si e' posta l'Olanda, che ha ridotto ad un sedicesimo i contributi all'UNDCP, e che non condivide le politiche proibizioniste dell'Onu, e la Gran Bretagna, che le condivide, ma aspirerebbe a mettere un proprio uomo sulla sedia di Arlacchi. Infine c'e' la posizione Usa: favorevoli ad una conferma di Arlacchi, hanno aumentato i propri contributi, portandoli a 15 milioni di dollari, purche' Arlacchi sia affiancato da un vicedirettore, meglio se made in Usa.
 
 
 
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