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Farc, Ira e cocaina: l'uso criminale del divieto
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Articolo di Vincenzo Donvito
16 agosto 2001 19:09
 
L'idea che questi uomini siano pagati per i loro servizi in cocaina, potrebbe essere una piccola sorpresa per i responsabili dell'Intelligence dell'Irlanda del Nord, con la conseguenza che l'Ira e diversi gruppi paramilitari si sarebbero buttati nel lucrativo business della droga.
Questo e' il sospetto che sicuramente aleggia dopo che, all'aeroporto di Bogota', sono stati fermati ed arrestati, con documenti falsi, tre irlandesi appartenenti all'Ira, braccio armato del Sinn Fein. Provenivano dalle zone al limite dei territori controllati dai guerriglieri delle Farc, e l'esperienza di alcuni di loro nell'ambito delle materie esplosive (oltre al fatto che sui loro abiti sarebbero state ritrovate tracce di un esplosivo come il Supernafor e di dinamite), fa supporre che fossero andati a istruire le Farc sugli esplosivi stessi. Il ministro Bell, il pm antiterrorismo Maria Eugenia Almonacid e il generale Tapias, sottolineano che da tempo si era notato un cambiamento di strategia terrorista nelle Farc, con attentati e incursioni che presentavano similitudini con quelli degli irlandesi dell'Ira.
Il fatto, inoltre, che sui loro abiti siano state trovate anche tracce di cocaina, dice poco, perche' in un Paese come la Colombia (e non solo: di recente e' stato scoperto altrettanto a Londra) basta maneggiare un po' di soldi che circolano, e subito rimangono sul proprio corpo tracce di questa droga. Ma, nello stesso tempo, e' bene ricordare che le Farc maneggiano e trafficano in cocaina, facendosi pagare, anche in materia prima, una tassa dai narcos che usufruiscono della loro "protezione", quindi non e' fantasioso credere che la cocaina come moneta di scambio abbia un ruolo anche nei rapporti tra Farc e Ira (una moneta di scambio che paga per 100 e, pur con tutte le difficolta' e pericoli di percorso, una volta oltre l'Oceano, puo' valere anche 1 milione, e' sicuramente allettante per chiunque, figurarsi per chi, come l'Ira, agisce al di fuori della legalita').
Non e' la prima volta che emergono intrecci tra terrorismo politico e traffico di droghe illegali, e sicuramente non sara' l'ultima: il famoso "fine che giustifica i mezzi" ha un radicamento in molte culture e pratiche politiche, figurarsi per chi ha deciso di migliorare la vita sua e degli altri con il terrorismo.
In questo contesto appare ancor piu' macabro cio' che abbiamo avuto occasione di denunciare altre volte: l'on.Luciano Violante, quand'era presidente della Camera dei Deputati, aveva ricevuto in forma ufficiale una delegazione delle Farc in visita in Italia; non solo, ma lui stesso si era recato in visita presso le zone della Colombia che le stesse Farc controllano militarmente, dopo averle strappate al Governo democraticamente eletto di quel Paese.
La denuncia del comportamento dell'on. Luciano Violante, nel contesto, ci interessa poco da un punto di vista del personaggio e della sua parte politica, ma ci interessa molto per segnalare come la complicita' di fatto delle istituzioni nella politica delle Farc, e di conseguenza dell'Ira, non e' certo un elemento di semplificazione e di chiarezza verso l'isolamento di chi, non solo massacra ogni giorno persone inermi con la scusa di essere in guerra per la sua rivoluzione, ma da' un senso a questa produzione e questo traffico di droghe, avvalorando la loro illegalita'.
Per sottolineare il dato macabro, si tenga anche conto che le Farc da un verso, e l'on.Luciano Violante dall'altro, perorano (a parole) la causa della legalizzazione delle droghe illegali. Cosa facciano poi in concreto, e' tutto da capire. Per il momento noi registriamo l'uso che ne fanno le Farc, foraggiando, con soldi e droghe all'Ira, la destabilizzazione di uno dei piu' importanti partner dell'Italia, la Gran Bretagna. E' ovvio che non si tratta di parteggiare o meno per la politica britannica nell'Irlanda del Nord, ma solo di condannare l'uso della morte come metodo di lotta politica, nonche' l'uso degli strumenti della criminalita' internazionale per perorare questa o quell'altra causa.
Sicuramente, in tutto questo intreccio, non se ne avvantaggia la causa della legalizzazione delle droghe. Queste ultime, da parte di chi dovrebbe convincersi della giustezza della fine della loro clandestinita', vengono vissute e denunciate anche per questo uso, e l'impatto emotivo di rimbalzo, da' risultati tutt'altro che positivi per cio' che noi vorremmo.
Non sarebbe male se, visto cio' che sta succedendo, l'on. Luciano Violante, proprio per cio' che e' stato in passato per le istituzioni italiane (ed e' per questo che ci interessiamo a lui, non certo perche' oggi e' capogruppo alla Camera del gruppo dei Ds . se lo pongano gli iscritti a questo gruppo il problema .), facesse marcia indietro per le credenziali che ha fornito alle Farc.
Comunque, cio' che sta e che potrebbe emergere dagli arresti dell'aeroporto di Bogota', c'era da aspettarselo: e' storia della criminalita' organizzata che si nutre di queste situazioni. Se poi, invece della semplice criminalita' economica, si intreccia anche quella politica, non cambia molto, perche' il crimine e' crimine.
Sta a noi, grazie anche a cio' che scriviamo in queste righe, denunciare subito i fraintendimenti e le possibili strumentalizzazioni, e non stupirsi piu' di tanto che la follia del divieto produca cose che fino a ieri ingenuamente non avremmo pensato.
 
 
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