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Droga. La politica svizzera di riduzione del danno funziona
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Articolo di Pietro Yates Moretti
2 giugno 2006 16:25
 
Secondo una ricerca dell'universita' di Zurigo pubblicata oggi sulla rivista scientifica The Lancet, sono in calo i consumatori di eroina. Gli studiosi dell'ateneo svizzero hanno individuato la ragione di questo calo nella politica dei quattro pilastri introdotta nel 1991 (prevenzione, terapia, riduzione del danno, repressione), che considera la tossicodipendenza una malattia e non un crimine. Di questa politica fa parte integrante il programma di distribuzione delle siringhe e di eroina adottato in numerose città svizzere. I dati parlano chiaro: se dal 1975 al 1990 i nuovi consumatori nel cantone di Zurigo erano aumentati ogni anno fino a 850, dopo il 1991 sono cominciati a calare fino ai 150 del 2002.
Una societa' senza droga e' irraggiungibile ed irrealista. L'Italia, come la gran parte dei Paesi occidentali, si e' arenata in una guerra invincibile, costosa, mortale e senza confini, che parte dalla velleitaria eradicazione -uno ad uno- di papaveri coltivati in Colombia ed in Afghanistan, fino a giungere alla carcerazione dell'individuo che da quel papavero e' divenuto fisicamente dipendente. Un guerra, quella alla droga, che per sua natura alimenta e da forza al suo nemico. E' grazie al regime repressivo che esistono i grandi traffici di droga (non esistono per esempio i traffici di alcool), che il costo di eroina e' cosi' elevato da costringere il consumatore a delinquere, ad iniettarsi sostanze ignote -spesso letali- con siringhe usate e potenzialmente portatrici delle piu' gravi malattie.
I ragazzi tossicodipendenti di Zurigo hanno la fortuna di vivere in un Paese che interpreta la politica in modo pragmatico e laico. Invece di doversi prostituire e delinquere per procacciarsi una dose di eroina, possono semplicemente recarsi in una struttura apposita; invece di iniettarsi "roba" tagliata con chissa' quale immonda sostanza, hanno la scelta di iniettarsi eroina controllata con aghi puliti, riducendo al minimo il danno alla propria salute; invece di foraggiare spacciatori e organizzazioni criminali, sono seguiti da medici e operatori sanitari.
Questa e' la strada che dobbiamo seguire e che prima o poi seguiremo anche in Italia. Non vi e' alternativa, se non quella di continuare a condannare i giovani all'emarginazione, alla criminalita', alla certezza di una tragedia che supera di gran lunga quella che potrebbe infliggere la sola eroina. Basta alimentare i falo' delle vanita'. L'esempio svizzero ci serva da lezione e stimoli il legislatore a confrontarsi concretamente con la realta' che ci circonda e non ideologicamente con la fatale utopia di un mondo senza droga.
 
 
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