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La criminalita' organizzata e le sue guerre
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Articolo di Wálter Fanganiello Maierovitch *
29 dicembre 2004 15:09
 
In questo momento, sono in corso nel pianeta sanguinarie guerre tra organizzazioni di stampo mafioso, basate sul controllo sociale e del territorio e su un potere diffuso di intimidazione.
Queste guerre avvengono in Brasile e in Italia. Piu' specificatamente, a Rio de Janeiro e a Napoli.
In questi due luoghi gli obbiettivi sono simili. In poche parole, le associazioni criminali in guerra tra loro stanno disputandosi il controllo dei territori, e questo per ottenere l'egemonia, e di conseguenza, maggiori profitti grazie al traffico illecito delle droghe.
Attualmente conflitti armati sono presenti in 92 favelas di Rio de Janeiro. Alcune organizzazioni criminali, come Comando Vermelho, Terceiro Comando, Amigos dos Amigos, si disputano il controllo delle zone dove lo Stato non e' presente, da anni.
Basti ricordare come all'inizio degli anni Novanta, il cantante Michael Jackson ha pagato al crimine organizzato la "tassa di protezione" (detto "pizzo" in Italia). E questo per registrare un videoclip nella favela carioca, chiamata morro Dona Marta. In quella occasione, la polizia aveva avvertito che non poteva garantire la sua sicurezza.
In questo dicembre del 2004, la stessa cosa e' avvenuta con il cantante, compositore e ministro della Cultura, Gilberto Gil. Il ministro e' riuscito ad entrare, e a partecipare ad una cerimonia, dopo essere stato autorizzato dall'associazione criminale che controlla la favela e percio' la circolazione delle persone.
Fino all'inizio di novembre di quest'anno, i conflitti nelle favelas Rocinha, Vidigal, Macacos, São João, Jacarezinho, Mineira, Zinco, São Carlos, Maré, Manguinhos, Alemão, Juramento, Penha, Lucas, vigário Geral, Rebu, Sapo, Nelson Mandela, Dique e Furquim Mendes, hanno portato a 147 morti.
A Napoli, a loro volta, i camorristi guidati da Paolo Di Lauro sono entrati in guerra con il cosiddetto gruppo degli scissionisti. Si disputano il controllo dei quartieri di Secondigliano e Scampia, tradizionali punti dello spaccio per cocaina, eroina, marijuana e droghe sintetiche.
Quotidianamente il commercio delle droghe a Napoli muove 500 mila euro. La guerra tra i gruppi di Di Lauro e degli scissionisti, solo a dicembre ha portato a 33 morti. Solo nei giorni del 20 e 21 dicembre, ci sono stati 5 omicidi.
A Rio, il dopo Natale, il 27 dicembre, e' stato segnato dal tentativo di invasione del morro di Mineira, portato avanti dal gruppo che controlla il morro São Carlos, guidato da Gilson Aritana, di 21 anni. Sette persone sono state giustiziate e i loro corpi carbonizzati.
Le organizzazioni criminali carioca, come e' successo con il giornalista Tim Lopes -un cadavere eccellente, nel gergo mafioso- bruciano i corpi per rendere piu' difficile il loro riconoscimento. In una immagine creata da questi gruppi di facinorosi, ogni organizzazione ha il suo "forno a microonde" per far scomparire i suoi corpi. E chiamano "microonde" il fuoco realizzato con i pneumatici, dove i corpi vengono carbonizzati.
I gruppi criminali in conflitto tra loro, a Rio e a Napoli, hanno la stessa caratteristica organizzativa. Sono orizzontali, ossia, senza un vertice di governo. Di conseguenza, questi gruppi non obbediscono ad una cupola, come avviene con la mafia siciliana e come avveniva con la mafia siculo-americana (Cosa Nostra) ai tempi di Luchy Luciano (Salvatore Lucania).
Il capo del gruppo piu' forte della camorra, Paolo Di Lauro, e' soprannominato "Ciruzzo 'o milionario". E' latitante da anni, e questo dimostra il controllo delle zone, dove la polizia non riesce ad entrare ed a raccogliere informazioni. Vige, come nelle favelas carioca, l'"omerta'", o meglio, la "legge del silenzio".
Diversamente dalla polizia carioca, le forze dell'ordine italiane, sono riuscite a recuperare il controllo del territorio a Scampia e a Secondigliano. Lo scorso 7 dicembre, in un'azione coordinata, con la partecipazione delle diverse forze dell'ordine e a conoscenza del presidente della Repubblica e del primo ministro, sono stati ripresi i territori ed e' stata imposta la legge dello Stato.
A Rio de Janiero, la polizia statale e le politiche di sicurezza pubblica, federale e statale, sono innocue per contrastare il fenomeno rappresentato dal crimine organizzato. Possono essere considerate come la "metafora dell'incompetenza".


* Gia' segretario antidroga del Brasile
 
 
 
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