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Colombia. In Procura: uno ogni cinque fallisce il test della verita'
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Articolo di Donatella Poretti
12 aprile 2004 18:17
 
Il Procuratore Generale Luis Camilo Osorio ha cercato di minimizzare il risultato, negando che sia stato un vero e proprio disastro, ma i numeri non sembrano dargli ragione. Ogni 5 funzionari, 1 ha fallito la prova della macchina della verita' nel rispondere alle domande sul loro possibile coinvolgimento in traffico di droghe, corruzione e fiancheggiamento ad uno dei gruppi armati illegali, guerriglieri o paramilitari.
La Procura conta su 18 mila dipendenti, e per ora in maniera volontaria si sono sottoposti al test della macchina della verita' solo quelli che lavoravano nei dipartimenti che collaborano con gli Usa, come quelli impegnati nella lotta alla droga o nel conflitto interno. Il test, che viene fatto da agenti dell'Fbi, ha provocato non pochi malumori tra i dipendenti della Procura, alcuni avevano anche sottoscritto un documento in cui denunciavano tra l'altro la perdita' di sovranita' e la mancanza del rispetto del principio di innocenza previsto dalla Costituzione colombiana.
Il Procuratore Generale ha comunque cercato di smentire le voci secondo cui chi falliva il test sarebbe stato licenziato automaticamente, anche perche' sarebbe un vero disastro per la giustizia colombiana, che si troverebbe non poco debilitata. Ma e' certo che alcune misure verranno comunque prese, visto che l'indagine era stata promossa dallo stesso Procuratore in linea con il suo progetto di riforma della macchina della giustizia, un'istituzione che nelle sue parole, riferendosi ai diversi scandali che l'avevano colpita, si trovava a passare un "cattivo momento".
Uno dei casi che proprio in questi giorni era emerso alla cronaca, era quello di alcune indagini della Procura sui legami tra Auc e Farc e narcotraffico. Secondo le rivelazioni del quotidiano El Espectador, la maggior parte della pasta di coca prodotta dalle Farc veniva acquistata in Arauca da cinque capi dei paramilitari delle Autodifese Unite della Colombia. Dopo la cattura di uno di questi paramilitari, Jorge Gonzalez noto come Jota, avvenuta ad ottobre, le indagini avevano acquisito le prime prove. La procuratrice che indagava pero', nel novembre scorso e' stata rimossa dall'incarico. In seguito aveva scritto al Procuratore Generale Osorio per denunciare come il coordinatore dell'Unita' Antinarcotici e di Interdizione Marittima della Procura, Luis Torres, le aveva fatto pressioni per astenersi dall'accusare Jota.
 
 
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