testata ADUC
Colombia. Cominciare ad avere il coraggio di parlare della legalizzazione...
Scarica e stampa il PDF
Articolo di a cura di Donatella Poretti
30 settembre 2003 20:01
 
"Il rapporto sullo Sviluppo Umano suggerisce una nuova alleanza per combattere la droga che merita di essere sostenuta". E' il titolo dell'editoriale pubblicato oggi sul maggior quotidiano colombiano El Tiempo, che riportiamo.

Quattro criteri hanno guidato l'elaborazione del Rapporto Nazionale dello Sviluppo Umano per la Colombia (Induc), reso noto da poco: "esperienza, pragmatismo, necessita' di sopravvivere e immaginazione creatrice", nelle parole di Alfredo Witschi-Cestari, rappresentante del rispettivo programma dell'Onu nel nostro Paese. La conclusione della messa a fuoco di questi criteri e' stata, come avevamo scritto in un precedente editoriale, che la Colombia e' un vicolo con uscita.
Alcuni capitoli del rapporto di 514 pagine offrono soluzioni a problemi concreti che risultano, quanto meno, degni di dibattito. Una di queste propone un nuovo patto tra Paesi produttori e consumatori di droghe (leggasi Colombia e Stati Uniti, per semplificare), basato su due considerazioni meramente pratiche: ridurre il danno sociale di questa peste attaccando le sue cause ed evitare che prosegua ad essere uno dei fattori della violenza colombiana.
Il rapporto propone diverse "falsita'" che si insinuano su questo tema. Una e' che senza narcotraffico finirebbe il conflitto armato, e, la seconda, che terminato il conflitto finirebbe il narcotraffico. Secondo il rapporto, anche se venisse meno l'aggravante della droga, esistono ragioni perche' continuino ad esistere i gruppi violenti in Colombia, e anche se questi scomparissero, continuerebbe ad essere viva la produzione e l'esportazione di questi prodotti illeciti.
A partire da quel punto, il documento lancia l'idea di un "New Deal" (sic) che attacchi duramente il problema nelle sue istanze medie (la trasformazione industriale della foglia, il trasporto, la distribuzione e il finanziamento) e alleggerisca la pressione esercitata sui campesinos coltivatori e sui destinatari del prodotto finale. I consumatori non possono essere trattati come delinquenti, come voleva fare il primo testo governativo del Referendum cancellato (dalla Corte Costituzionale, ndr), e occorre che vengano offerti stimoli agricoli e privilegi commerciali alle coltivazioni legali delle zone compromesse con foglia di coca e papavero da oppio.
Si tratta, poi, di decidersi per un'enfasi definitiva a quello che e' oggi una batteria molteplice e a volte contraddittoria di misure contro la droga.
Nonostante il suo pragmatismo, l'Induc rivela una comprensibile timidezza al momento di proporre in maniera decisa la decriminalizzazione come strategia chiave della lotta. Tuttavia porta una nozione importante: non ha senso la meta di eradicare completamente "un vizio che coltivano tanti individui" -circa 200 milioni al mondo-, per cui la scelta razionale e possibile deve essere quella di "ridurre al massimo i danni derivati dal consumo e dalla produzione".
Conviene a questo punto, dire che questa legalizzazione ha senso solo in un accordo universale, non come un ricorso disperato di un solo Paese, o di un piccolo gruppo di Paesi. Un rapporto indipendente reso noto questo mese da Archivos de Economia, una rivista pubblicata dal Dipartimento Nazionale di Programmazione, conclude che decriminalizzare la produzione e il consumo della droga fuori da un contesto internazionale porterebbe alla Colombia enormi costi economici, sociali e politici che renderebbero "non praticabile" la decisione. Invece, la legalizzazione concordata internazionalmente allevierebbe quasi tutti i danni che questo affare produce, sebbene lasci in piedi l'incognita di una possibile espansione del consumo.
Sembra sensata la proposta di una Nuova Alleanza formulata dall'Induc. Tuttavia e' ora che finisca il tabu' sulla legalizzazione e si consideri nella lista delle scelte alternative, senza pregiudizi ne' falsi moralismi.
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS