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Colombia. Rapporto Nazionale sullo Sviluppo Umano 2003: massima riduzione del danno
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Articolo di a cura di Donatella Poretti
13 settembre 2003 20:19
 
E' stato reso pubblico in settimana il Rapporto Nazionale sullo Sviluppo Umano 2003: "Il conflitto: vicolo con uscita", stilato da un équipe accademica indipendente, sotto il patronato del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e l'Agenzia Svedese di Cooperazione, dopo avere sottoposto le sue tesi, per un anno e mezzo, a circa 4 mila persone di tutti gli strati sociali e i luoghi della Colombia.
Riprendiamo dal quotidiano colombiano El Tiempo due articoli che lo illustravano.

ESPERTI PROPONGONO SOLUZIONI AL CONFLITTO ARMATO COLOMBIANO
Il suo messaggio centrale, semplice e polemico, e' una doccia di acqua fredda: l'insorgenza e lo Stato hanno perso questa guerra da molto tempo. Pero' c'e' una via d'uscita. Se si mette il conflitto al centro di tutte le preoccupazioni statali (non solo di quelle militari o di quelle dei negoziati) e se si risponde in maniera sistematica a tutte le richieste scoperte. Dopo avere constatato diversi punti, cerca di proporre delle soluzioni, per nulla scontate.
Uno: questa e' una guerra complessa. Perche' e' vecchia. Perche' non sono mai esistite le condizioni per una vittoria della guerriglia, poiche' e' dimostrato nel mondo che questa non vince senza la presenza di un regime tirannico corrotto o senza una divisione nelle classi dominanti, condizioni assenti in Colombia. Due: chi ha sofferto e' quella parte periferica del Paese, "l'altra Colombia", come la chiama il rapporto, che e' stata il teatro dove la guerra si e' realizzata. Tre: il risultato e' stato un impasse di 40 anni in cui l'insorgenza, sempre piu' isolata dalla politica, e l'establishment, sempre piu' lontano dalla periferia, hanno finito con l'incontrarsi davanti ad un loro reciproco fallimento -l'una senza poter vincere; l'altro senza riuscire a sconfiggerla- e nel mezzo il Paese. L'ipertrofia militare dei gruppi armati, il loro crescente affanno di guadagnare, il ricorso al terrorismo per difendere territori e entrate, hanno degradato la guerra. Questa colpisce a tal punto l'economia, la democrazia e le relazioni internazionali che fa traballare la fragile struttura nazionale e diventa il principale ostacolo allo sviluppo umano. Quattro: in Colombia non ci sara' una vita longeva, un accesso democratico alla conoscenza, un miglioramento delle entrate e una ampia partecipazione alla vita pubblica (le vere unita' di misura dello sviluppo umano) fino a che questa guerra in cui tutti perdono e nessuno vince non avra' una soluzione. E la soluzione esiste. A condizione di non pensarla in termini parziali, fanatici o egoisti che sono stati usati fino ad ora da tutti i protagonisti per interpretare il conflitto e per disegnare la guerra, la pace e la politica, ma in termini, molto piu' ampi, dello sviluppo umano. (.)

UN "NEW DEAL" ANTINARCOTICI
Il principale interesse degli Usa e' quello di combattere gli stupefacenti. La priorita' della Colombia e' quella di finirla con il conflitto interno.
Il rapporto propone di partire da questa nitida dicotomia per cercare attraverso il dialogo con Washington una agenda meno "narcotizzata" e che senta di piu' l'interesse colombiano.
Una strada difficile, ma che almeno, fino ad ora, non e' mai stata tentata.
Non e' sicuro, dice il rapporto, che se si finisca con la droga si finisca anche con il conflitto, poiche' quest'iltimo si alimenta anche di altre dinamiche e di altri introiti; ma neppure la fine della guerra sarebbe la fine del narcotraffico, visto che questo e' arrivato in Colombia a margine della guerra. E' sicuro, invece, che il narcotraffico ha giocato un ruolo nefasto nel conflitto e che debilitarlo e' una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per superare il dissanguamento. Legalizzare la droga, al momento, avrebbe costi sociali molto elevati. E non rendere piu' disponibili le droghe a 200 milioni di persone nel mondo, e di conseguenza bloccare la produzione, e' impossibile. Si tratta allora di opporre all'opzione repressiva un'opzione razionale: la massima riduzione del danno.
Il rapporto propone di instaurare una commissione bilaterale con gli Stati Uniti per discutere. E traccia quella che dovrebbe essere la posizione colombiana.
Fino a che ci sara' il dibattito sugli effetti delle fumigazioni sulla salute umana e le coltivazioni legali, e' da irresponsabili proseguire con le fumigazioni. Soprattutto, perche' il suo principale effetto e' gettare il piccolo campesino nelle braccia dell'illegalita'. Al suo posto l'interdizione aerea e il controllo della polizia dovrebbero essere drasticamente aumentati per gli intermediari locali, per il riciclaggio del denaro, ecc.
L'eradicazione dovrebbe essere, per appezzamenti di meno di tre ettari, manuale e volontaria; mentre per quelli piu' grandi dovrebbe essere meccanica e obbligatoria. E poi ancora: smilitarizzare la politica antinarcotici, promuovere lo sviluppo alternativo, ecc.
 
 
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