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Cannabis batte Bush tre a uno
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18 maggio 2001 0:00
 
La Corte Suprema Usa ha accolto all'unanimita' il ricorso presentato dal Congresso contro alcune cooperative che, in otto Stati, coltivavano cannabis per uso terapeutico, dopo che negli stessi, dal '96 in poi, si era votato per dei referendum che ne avevano legalizzato l'uso terapeutico per i malati di sclerosi multipla, Aids, cancro ed altre malattie. Diversi studi hanno sancito le qualita' terapeutiche delal cannabis, soprattutto per la riduzione del dolore. Per il Congresso, pero', non risultano prove scientifiche che ne permettano l'uso al posto dei medicinali legali. Cinque di queste cooperative furono chiuse sin dal 1998, quando la causa raggiunse i tribunali per la prima volta. L'ultima, la Oakland Cannabis Buyers' club, e' stata battuta lunedi' scorso alla Corte Suprema, dopo che la Corte di Appello aveva dato loro ragione. Gli otto stati che avevano votato il referendum per la cannabis terapeutica sono Arizona, Alaska, California, Colorado, Maine e Washington. In piu' le Hawaii, che avevano votato una legge ad hoc. La California si e' pero' ribellata a Bush. I poliziotti dello stato sul Pacifico, hanno dichiarato che "non arresteranno nessuno che ottenga della marijuana tramite ricetta medica". E se i poliziotti californiani incrociano le braccia, bisogna anche dire che la DEA ha sul territorio dello stato solo 700 uomini, un po' troppo pochi per dare la caccia ad un milione e mezzo di consumatori di cannabis. La guerra alla marijuana terapeutica e' in forte sospetto di interessi di parte. Infatti, sembra che dietro al "no" della Corte Suprema, ci siano alcune case farmaceutiche che cercano, in questo modo, di imporre i loro prodotti antidolore al posto della marijuana, che potrebbe essere coltivata anche dagli stessi pazienti. La cannabis per uso terapeutico potrebbe essere invece legalizzata sull'altra sponda dell'Atlantico, in Gran Bretagna. Le prime sperimentazioni condotte dalla GW pharmaceuticals, danno risultati incoraggianti. Su 70 pazienti affetti da sclerosi multipla e' stato riscontrata una sensibile riduzione del dolore spruzzando un po' di estratto di cannabis sotto la lingua. La piccola quantita' di sostanza utilizzata evita anche gli effetti stupefacenti della cannabis. Le sperimentazioni su vasta scala dovrebbero durare fino al 2003; se dovessero avere effetti positivi, i medici potrebbero essere autorizzati a prescrivere questo tipo di medicine a partire da quella data, ed un comitato scientifico della Camera dei Lords potrebbe mettere mano alla legge sulle droghe del 1971 per legalizzare questo uso della cannabis. In Australia il Governo del Nuovo Galles del Sud, dopo aver aperto la prima "narcosala", ha avviato un programma pilota per l'introduzione dell'uso medico della marijuana. Secondo il premier australiano Bob Carr, la Corte Suprema Usa ha sbagliato a non riconoscere gli effetti benefici della marijuana: "se una persona e' sotto chemioterapia per essere curata dal cancro, e la cannabis riesce ad alleviargli il dolore -dice Carr- vorrei che quel rimedio fosse possibile". Il programma prevede una sperimentazione di due anni su un campione di 50 persone che non rispondono ai farmaci convenzionali. Seocndo l'opposizione "sono stati sottovalutati i rischi della cannabis". Il terzo colpo arriva dalla Spagna. Una proposta di legge del Governo catalano ha dato il via alla possibilita' di vendere un farmaco contenente un derivato della cannabis per i malati di cancro sottoposti a chemioterapia. Il farmaco verra' importato dal Regno Unito e sara'' messo in commercio a 3.000 pesetas (circa 40.000 lire) a scatola. Circa il 15% dei malati di tumore non tollera il trattamento e, fino ad ora, dovevano fumare una canna prima di iniziare la sessione di chemioterapia. Questo metteva in allarme i medici, in quanto, fumando non si riusciva a stabilire la quantita' e la densita' di principio attivo e la specie della pianta, a parte i problemi legali nel procurarsi degli stupefacenti. Cannabis batte Bush tre a uno.
 
 
 
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