Nei giorni scorsi è stato liberato un cittadino americano che era stato arrestato in Russia per possesso di marijuana ad uso privato. E’ stato uno scambio di prigionieri, il russo liberato dalle galere Usa era un delinquente di cyber truffe. Lo stesso era accaduto con una nota sportiva qualche tempo fa. E il problema si ripropone visto che è di oggi la notizia di altrettanto americano, sempre pare per uso personale, arrestato in aeroporto a Mosca.
Gli americani fanno questo e altro per i loro cittadini, anche se un pensierino sull’opportunità ci viene. Tutti, inclusi i consumatori di cannabis, sanno che la loro sostanza non è legale in alcuni Paesi che vanno a visitare, ma nonostante questo, sperano di farla franca al controllo doganale. E’ possibile che tanti ce la facciano, ma i casi che stiamo ricordando ci dicono il contrario. E poi c’è il babbo Stato che ci pensa.
Ma a che prezzo?
Allo stato il prezzo è che vengono liberati dei delinquenti che, sicuramente, una volta liberi continueranno a delinquere… anche perché sembra che, sintomatico il caso della Russia, alcuni loro cittadini non è che tornano in patria per finire di scontare la pena che era stato loro inflitta dove avevano commesso il reato.
In questo tremendo gioco del gatto e del topo, ci sembra che a rimetterci siano le istituzioni di Paesi, come gli Usa e volendo anche l’Italia (anche se, a difesa del nostro Paese, c’è da dire che l’eventuale reo che viene rimpatriato, viene qui a scontare la pena e non per essere libero).
Per capire, occorre non fare confusione con altri scambi molto più famosi. Tipici sono gli ostaggi israeliani rapiti da Hamas e che mediamente vengono scambiati con un rapporto di 1/100. In questo caso, anche se i palestinesi che vengono liberati sono spesso anche terroristi e assassini, gli israeliani liberati non sono persone che hanno violato le leggi di Hamas, ma ostaggi, rapiti proprio per liberare i criminali palestinesi.
Altro esempio con cui non fare confusione è la giornalista italiana Cecilia Sala in Iran, scambiata con un presunto scienziato che secondo gli Usa si prestava per costruire sistemi bellici usati in Ucraina e non solo: la nostra giornalista non aveva commesso nessun reato in Iran, ma era stata rapita proprio con le stesse motivazioni usate da Hamas per rapire gli israeliani.
Insomma, è sì importante che nei nostri Paesi (in Usa in particolare) non si vada in galera per uno spinello, ma è importante che i consumatori non si facciano prendere da una sorta di delirio di onnipotenza, comportandosi come se nulla fosse anche dove sanno benissimo cosa può accadere, tipo Russia.
Questo per ricordare ad ognuno che la legalizzazione della cannabis è al momento solo una battaglia d’avanguardia in alcuni Paesi. Battaglia per la quale, anche se al consumatore non gliene frega niente al di là della propria necessità/piacere per il consumo, non può comunque fare a meno di essere attento e rispettoso per la propria incolumità e non solo: le nostre istituzioni hanno cose molto più importanti che non star dietro a chi viola le leggi in altri Paesi con la consapevolezza di violarle.
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