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 ITALIA - ITALIA - Otto tonnellate di cocaina. Dalla Colombia all'Italia ed Europa via 'ndrangheta calabrese
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25 gennaio 2017 8:12
 
Otto tonnellate di cocaina pronte ad invadere il mercato europeo ed italiano; una quantità tale da poter fare una striscia lunga mille chilometri e con un valore, una volta messa in commercio, di un miliardo e 600 milioni di euro. Ad impedire che le cosche della 'ndrangheta rimpinguassero ulteriormente il loro già florido giro illegale d'affari sono stati i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria-Gico di Catanzaro, che coordinati dalla Dda, hanno dato l'imbeccata giusta alla polizia colombiana affinché la droga venisse sequestrata prima ancora di partire dal centroamerica, intercettata quando era già stoccata e nascosta in una piantagione di banane non distante dal porto colombiano di Turbo. Il maxi sequestro di cocaina è stato possibile grazie all'indagine Stammer che stamani ha portato all'esecuzione di 44 provvedimenti di fermo (dieci sono i ricercati) eseguiti tra Calabria, Sicilia, Campania, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia ed al sequestro di beni per 8 milioni di euro. Un'indagine avviata nel 2014 dopo uno scambio di informazioni tra la Direzione centrale per i servizi antidroga e la National Crime Agency inglese, allertata dalle forze di polizia colombiane su contatti emersi in altre inchieste tra cartelli colombiani ed organizzazioni criminali spagnole ed italiane. Con un lavoro certosino, i finanzieri ed i magistrati della Dda di Catanzaro, guidati da Nicola Gratteri, hanno ricostruito ruoli e funzioni dei componenti dell'organizzazione di narcotrafficanti italiani riconducibili alle 'ndrine del vibonese dei Fiarè, dei Pititto-Prostamo-Iannello del gruppo egemone su San Calogero, tutte organizzazioni satellite della più potente cosca dei Mancuso di Limbadi, con la partecipazione delle più note 'ndrine della Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e della provincia di Crotone. L'inchiesta ha confermato una volta di più come la 'ndrangheta, per usare le parole del procuratore Gratteri, "si dimostra monopolista assoluta del traffico di droga". Infatti gli affiliati alle cosche potevano trattare da pari con i narcos colombiani ottenendo prezzi assolutamente di favore per enormi partite di cocaina che poi venivano fatte arrivare in Italia prevalentemente attraverso i porti di Gioia Tauro, Genova e Napoli per essere smerciata in tutta Europa. Anche mafia e camorra si rivolgevano alla 'ndrangheta per la cessione dello stupefacente. Le cosche, tra l'altro, potevano contare, per l'acquisto, non solo sui propri capitali, ma anche su liquidità consegnate da insospettabili che non disdegnavano di fare affari con gli 'ndranghetisti con "puntate" per l'acquisto all'ingrosso della cocaina. Un aiuto "involontario" agli investigatori è venuto da uno degli affiliati che, ignaro che i finanzieri avessero piazzato delle microspie a casa della fidanzata, ha riferito, indirettamente, particolari molto interessanti. Tra questi i progetti, poi non concretizzati, di trasportare la droga in aereo ed usare l'aeroporto di Lamezia Terme o nascondere la droga nel vano motore di una nave, di allagarlo e di ricorrere poi ai sommozzatori per il recupero.
"Ancora una volta la 'ndrangheta si dimostra monopolista assoluta del traffico di droga. Ma a contrastare la criminalità organizzata calabrese c'è un'eccellenza come il Goa di Catanzaro, certamente tra le migliori agenzie investigative del mondo". A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando l'inchiesta che ha portato all'esecuzione di 44 fermi (dieci sono ricercati) contro trafficanti di droga. Un'indagine nata dalla collaborazione tra le polizie internazionali. L'operazione Stammer, ha sottolineato Ailsa Cackett dell'agenzia nazionale anticrimine inglese (Nca) che ha partecipato alla conferenza stampa, "è frutto dell'importante sinergia tra le nostre agenzie e i nostri migliori investigatori". Gratteri ha voluto poi sottolineare come la scorsa notte il comandante generale della Guardia di finanza Giorgio Toschi abbia seguito da vicino le operazioni: "Questo dimostra non solo la sensibilità di chi vuol stare vicino ai suoi uomini ma anche una conoscenza del fenomeno che è propria di chi ha sempre lavorato in prima fila". Infine Gratteri ha voluto evidenziare lo "straordinario lavoro fatto da un ufficiale della Guardia di finanza che si trova in Colombia. E' un fuoriclasse. Grazie a quest'uomo si possono fare queste operazioni". Il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri ha spiegato la genesi dell'inchiesta, nata grazie a una segnalazione dell'Nca inglese che aveva intercettato i primi contatti tra narcos colombiani e calabresi. "Abbiamo potuto ricostruire - ha detto - gli stretti rapporti tra clan vibonesi e narcotrafficanti che venivano ospitati per lunghi periodi in Calabria. L'organizzazione era già riuscita a mettere sul tavolo dieci milioni di euro per l'acquisto della merce". Il comandante regionale della Guardia di finanza, Gianluigi Miglioli, ha sottolineato il ruolo di alcuni "'insospettabili' che hanno finanziato l'acquisto di droga. Una 'puntata' sul mercato del narcotraffico sulla pelle dei consumatori. Basti pensare che gli ottomila chili sequestrati in Colombia avrebbero fruttato più di un miliardo e mezzo di euro, una striscia di coca lunga mille chilometri". Il colonnello Carmine Virno, comandante del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, ha ricordato lo sforzo della Finanza che questa notte ha impegnato sul campo 500 militari. Il tenente colonnello Michele Di Nunno, comandante del Gico, ha ricordato il contributo involontario fornito da un affiliato. Gli investigatori infatti sono riusciti a piazzare una ambientale nella casa della sua amante. "Abbiamo così scoperto - ha detto l'ufficiale - che il gruppo aveva pensato di importare coca attraverso l'aeroporto di Lamezia Terme oppure di occultarla nel vano motore di una nave, di allagarlo e infine far entrare in azione i sommozzatori". 
 
 
 
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