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 USA - USA - Obesità, cibo spazzatura agisce come sostanza stupefacente sul cervello
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Notizia 
29 marzo 2010 9:28
 
Non ditelo al sottosegretario Carlo Giovanardi, o correremo il rischio che anche le patatine fritte finiscano nelle Tabelle delle sostanze proibite. Ebbene sì, dopo la cioccolata, si è scoperto che anche il cibo-spazzatura ricco di calorie e zuccheri puo' creare dipendenza. Per i ricercatori che descrivono il fenomeno per la prima volta sulla rivista Nature Neuroscience e' una forma di dipendenza del tutto confrontabile a quella da fumo e droga. I comportamenti e i meccanismi cerebrali che si attivano sono stati osservati nei ratti, ma sono un'ottima base per comprendere, nell'uomo, meccanismi legati all'obesita'.
La ricerca e' americana e dimostra come il consumo eccessivo di cibi supercalorici puo' scatenare nel cervello meccanismi analoghi a quelli attivati da altre forme di dipendenza. Gli autori della ricerca, Paul Johnson e Paul Kenny, dell'Istituto Scripps a Jupiter (Florida), lo hanno dimostrato trasformando ratti di laboratorio in consumatori compulsivi di cibi-spazzatura. Hanno osservato cosi' che, come nella dipendenza da fumo e droga, anche in quella dal cibo-spazzatura si indebolisce l'attivazione dei circuiti cerebrali della ricompensa, che in condizioni normali scattano immediatamente quando si vive un'esperienza piacevole.
Oltre alla loro dieta usuale, a base di cibi leggeri e sani, ai ratti sono stati offerti stuzzichini appetitosi a base di bacon, salsicce, dolci e cioccolato. Gli animali hanno piu' che gradito l'integrazione, cominciando ad assumere molte calorie e a prendere peso. In poco tempo e' precipitata la loro sensibilita' alla ricompensa, proprio come avviene in chi e' dipendente da droghe. E come in questi casi, il ritorno alla normalita' non e' stato semplice ne' rapido: solo dopo due settimane dalla scomparsa degli stuzzichini dalla loro dieta nel cervello dei ratti si e' ripristinato il meccanismo della ricompensa.
I ricercatori hanno poi voluto capire che cosa accade quando, nei ratti come nell'uomo, la dipendenza impedisce di interrompere l'assunzione di una sostanza anche quando e' chiaro che questa e' pericolosa per la salute. Hanno cosi' associato il consumo dei cibi ipercalorici alla comparsa di un segnale luminoso e a un dolore ad una zampa: non appena si accendeva la luce i ratti normali rinunciavano volentieri allo stuzzichino pur di non provare dolore, mentre i ratti obesi e dipendenti continuavano a mangiare.
 
 
 
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