testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Legalizzazione cannabis. Lo stato dell'arte della legge: on.Giachetti
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
30 maggio 2017 16:12
 
"Se si vota a settembre è impensabile approvare una legge del genere prima, abbiamo visto il tempo che c'è voluto per le Unioni civili o il testamento biologico. Detto questo, non posso che condividere il tentativo di Della Vedova anch'io credo sia giusto che su questa proposta, trasversale ma sostenuta da un numero consistente di parlamentari dem, si esprima il Parlamento, in aula o in commissione. Anche perché, come abbiamo già visto altre volte, il Paese è più avanti della sua classe dirigente. Lo dicono i sondaggi, e figure che di solito vengono ascoltate nella lotta alla mafia, vedi il procuratore della Dna Franco Roberti secondo cui è fallimentare la sproporzione tra forze impiegate per perseguire il consumo di cannabis e i risultati ottenuti. Sarebbe utile che la politica si interrogasse su questo. Anche perché questa non è una proposta di governo, né di partito. Quello che auspico è un dibattito che lasci liberi di parlamentari, ci sono tutte le condizioni per fare un passo avanti. Se non sarà così ne prenderemo atto. E comunque la prima volta che una proposta di legge del genere arriva alla discussione in aula, questo ha già un significato politico rilevante". Così, in una intervista all'Unità, Roberto Giachetti, vicepresidente Pd della Camera, primo firmatario della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. E aggiunge: "Un dibattito farebbe comunque maturare la politica, dopo anni in cui è scappata davanti ad alcuni temi, con giochetti e rimpalli tra le due camere. Discutiamo, poi ognuno agirà secondo convinzione, come sempre su temi sensibili e trasversali". Perché legalizzare? "Due le ragioni per me fondamentali. La prima come dicono tutti gli esperti è un modo concreto per sottrarre alla criminalità organizzata una fetta consistente di introiti. Partendo dal presupposto che oggi le droghe leggere sono di fatto libere, si trovano facilmente: il fenomeno è concreto e diffuso, noi vogliamo gestirlo. La seconda ragione è che oggi, a differenza di un tempo, anche le droghe leggere vengono tagliate con sostanze chimiche pericolosissime. Dunque, visto che si continua a comprare e fumare canne, preferisco che lo si faccia con sostanze controllate. Fermo restando che gli studi riconoscono che la cannabis produce meno danni, anche in termini di incidenti, di alcol e tabacco. Poi c'è tutto il tema dell'uso medico della cannabis, non solo per la terapia del dolore. Così vorrei sottrarre il dibattito a una discussione sterilmente ideologica nessuno di noi è 'a favore' delle droghe".   
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS