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Una nuova politica sugli stupefacenti e le necessità di cambiamento
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Articolo di Giorgio Gatti *
21 aprile 2014 7:41
 
 Le recenti affermazioni del Presidente della commissione Affari Sociali ad evitare scontri ideologici sul tema della cannabis e l' invito a risolvere problemi concreti, sono affermazioni che vanno in contrasto alla votazione effettuata per l'approvazione della coltivazione personale di cannabis.

L' apertura della II Commissione Giustizia al dialogo verso una politica sugli stupefacenti, ha portato all'audizione dell' Associazione ASCIA, alla consegna di documentazione sul fallimento del proibizionismo e la richiesta di politiche tolleranti nei confronti dei coltivatori di cannabis per uso personale.

La richiesta avanzata dall'On. Daniele Farina e sostenuta dal On. Ferraresi, per il superamento delle politiche disegnate dal DPA nella persona del dott. Giovanni Serpelloni e di Carlo Giovanardi, sono state discusse con interesse dalla commissione di cui fanno parte.


Tra i documenti portati, è stato presentato il confronto tra politiche di approccio verso gli stupefacenti attraverso politiche sanitarie (quindi basate sulla prevenzione e il recupero), piuttosto che repressive ( la caccia alle streghe proibizionista).
In questo panorama politico Italiano, è ancora forte il baluardo oscurantista dell'ipocrisia.

I dati riportati nei documenti scritti e redatti da Europol e EMCDDA, "Relazione europea sulla droga 2013", "Eu serious and organised crime threat assessment 2013" ed " EU Drug Markets Report: a strategic analysis" sono chiari:

- "Una valutazione comparata di costi e benefici dei possibili percorsi d' azione alternativi, può costituire un importante elemento di valutazione politica"

- "Il mercato della cannabis rimarrà ampio e complesso senza alcuna prevista diminuzione della domanda"

- " E' urgente il miglioramento del monitoraggio della produzione ed i flussi di traffico di cannabis all' interno e tra gli stati dell UE e migliorare il monitoraggio della produzione domestica"

Alla luce di queste necessità viene da domandarsi su quali basi l' attuale governo ha intenzione di procedere.
Quali sono le necessità a cui rispondono queste votazioni contraddittorie sulla reale volontà di superamento del problema.

La scienza ha espresso il suo parere sulla pericolosità della cannabis e sfortunatamente nessuna di queste è stata tenuta in considerazione
dagli organi preposti a ridurre la diffusione di stupefacenti negli ultimi otto anni.
I recenti report redatti dagli organismi europei hanno tratteggiato linee guida da considerare per ridurre la diffusione di stupefacenti in Europa.

La cannabis, in Italia, è un problema senza colore politico, ma basato solo su principi ideologici.
La politiche fino ad oggi adottate, che hanno portato ad un' aumento della diffusione delle sostanze tra la popolazione, hanno infatti portato alla dichiarazione allarmistica del ministro Lorenzin che "Il consumo di droga e' un'emergenza nazionale".
E' quindi necessario un cambio di rotta nell'affrontare il tema della riduzione della diffusione di stupefacenti. E' necessario che lo si risolva con metodi che siano riuscita a dare risultati.

Il Portogallo è riuscito a diminuire l' uso di stupefacenti, depenalizzandolo e prevedendo percorsi di recupero. Le forze dell'ordine sono estranee ai fenomeni di consumo personale.
In Spagna è tollerata la coltivazione di cannabis ed è possibile associarsi ad un Cannabis Social Club per potere coltivare fino a 3 piante ed avere accesso alla cannabis.
Negli Stati Uniti, negli stati dove è stata regolamentata la produzione, il consumo e la vendita di cannabis attraverso dispensari autorizzati, ha visto ridurre il crimine.

Di fronte a rappresentati delle più svariate forze politiche e a loro auspici al superamento di politiche repressive, si è potuta notare una chiara intenzione alla tolleranza verso la cannabis e all'accesso regolamentato alla sostanza.

Viene da domandarsi, cosa ha portato a queste votazioni dove l' uso di cannabis e la coltivazione personale debbano ancora essere considerate un reato?

Da questo Governo, ci sono sette milioni di italiani che vogliono avere delle risposte. La prima di queste è la accettazione della coltivazione personale di cannabis.

* Dott. Giorgio Gatti, Consulente in Economia della Sicurezza Pubblica e dello Sviluppo Economico
 
 
 
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