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Narcoguerra messicana. La degenerazione di Cancun
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Articolo di Redazione
19 gennaio 2017 14:12
 
 Il gioiello dell’offerta turistica in Messico sta vivendo la sua peggiore crisi di sicurezza. La sparatoria nella discoteca Blue Parrot a Playa del Carmen dove sono morte cinque persone ha acceso gli animi nel Caribe messicano. Le bande criminali hanno intrapreso una battaglia per il controllo della vendita delle droghe e per la riscossione del “pizzo” in diversi negozi, legali o illegali, cosi’ come spiega Alejandro Hope, esperto in tema di sicurezza.
“La situazione si e’ deteriorata da diversi mesi, quando l’estate scorsa sono state attaccate alcune sale di massaggi e case di prostituzione, ma ora e’ peggiorata perche’ le sparatorie hanno assunto una dimensione internazionale perche’ ci sono vittime straniere e perche’ l’attacco alla Procura e’ una aggressione diretta alle autorita’”.
In questa regione, con un’economia pulsante grazie al turismo, gli imprenditori hanno provato ad arginare i danni ricevuti. Nelle prime ore della mattina di mercoledi’ 18 scorso hanno annunciato una campagna per bloccare le “cattive notizie” e cercare di far parlare “bene” di Cancun. I dirigenti dell’industria turistica dello Stato di Quintana Roo, dove sono le piu’ famose localita’ balneari- chiedono che non succeda come ad Acapulco, dove le grandi attrazioni turistiche del Messico sono compromesse dalla violenza che e’ esplosa dal 2011. Con lo sloga “Cancunners, because we love it” hanno avviato una forte difesa del turismo.
Le associazioni di imprese che raggruppano gli alberghi, ristoranti e bar, hanno minimizzano il problema delle estorsioni nei negozi. “A Cancun non abbiamo mai avuto questo problema”, dice Juan Pablo Aguirre, presidente delle aziende di ristorazione locali. Il dirigente imprenditoriale ha detto che quanto accaduto martedi’ 17 e’ stato sovradimensionato. “La cosa piu’ sana e’ smetterne di parlarne”. Luis Càmara, presidente del Consejo Coordinador Empresarial del Caribe, ha detto che lui conosce un solo caso di estorsione. “Non abbiamo questi dati perche’ la gente ha paura di comunicare questo tipo di cose”, Il blindaggio imprenditoriale del settore delle imprese non lascia meravigliati se si considerano i dati della prosperita’ economica del turismo nella zona. Nel 2015 ha dato introiti fiscali per 8.600 milioni di dollari allo Stato. Tutto la zona caraibica rappresenta il 35% totale degli introiti fiscali del Pese relativamente al turismo.
La lotta dei cartelli
Nello Stato di Quintana Roo la presenza dei cartelli del narcotraffico risale agli anni del governo di Mario Villanueva (1993-1999). Il politico che ando’ al potere sotto le bandiere del governativo Partito Revolucionario Institucional (PRI) e che attualmente e’ incarcerato dopo essere stato accusato di avere rapporti col leader del cartello di Juarez, Amado Carrillo Fuentes, “El Senor de los cielos”. Alcuni giorni prima del suo mandato, Villanueva si diede alla fuga dopo essere stato accusato dalla Procura Generale di crimini di riciclaggio di denaro e associazione a delinquere. Lo Stato caraibico era il trampolino dell’organizzazione criminale per introdurre carichi di droga che giungevano dalla Colombia per poi trasportarla verso gli Stati Uniti.
Le metamorfosi che hanno subito i grandi cartelli della droga in Messico, hanno fatto si’ che le specifiche cellule locali guadagnassero terreno li’ dove operavano. In Quintana Roo, per esempio, i gruppi che attualmente lottano per il controllo della zona, sono scissionisti dei Los Zetas e del Cartello del Golfo -spiega Alejandro Hope. Queste piccole bande si dedicano principalmente a controllare la vendita di droga al dettaglio, ad estorsioni verso affittuari e commercianti. A Cancun, dice Hope, gli attacchi alle sale di massaggi o prostituzione o le estorsioni in piccoli bar, sono in aumento. La sensazione che e’ prossima una escalation di violenza e’ alimentata dai recenti fatti che sono accaduto a Cancun e a Playa del Carmen.
In Quintana Roo c’e’ una combinazione di fattori sociali che portano a far succedere quello che oggi accade ad Acapulco. C’e’ una notevole crescita della popolazione e un alto livello di diseguaglianza e un’economia regionale che prospera generando molti utili grazie ad estorsioni ed altri crimini. “C’e’ una segregazione molto marcata: nella zona turistica e nel resto della zona ci sono molti giovani migranti con prospettive economiche molto povere ed un mercato abbondante per i criminali”. Il territorio e’ un mercato attrattivo su cui le organizzazioni criminali costantemente sono mobilitate per entrarci a far parte. Gustavo Niet Navarro, comandante della decina regione militare, ha dichiarato ai media locali nello scorso settembre che un cartello indipendente -senza farne il nome- ha preso il controllo della zona nord dello Stato. Il comandante ha anche fatto sapere che il Cartello Jalisco Nueva Generacion era in lotta per entrare nel mercato di Cancun. Una nota informativa della Agenzia antidroga degli Stati Uniti, sul traffico di droghe rilevato nel 2015, allertava non solo sulla presenza dei cartelli del Golfo e dei Los Zetas, ma anche anche di quello di Sinaloa.

(articolo di Zorayda Gallegos, pubblicato sul quotidiano El Pais del 19/01/2017)
 
 
 
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